Concordanze nella Divina Commedia di Dante (beta)

Testo dei Canti

Ricerca parole

case sensitive parola intera

Contaparole

case sensitive

Ricerca: Io - 1282 casi - not case sensitive - parola intera

1. Inferno • Canto I

[10] Io non so ben ridir com’ i’ v’intrai,
[54] ch’io perdei la speranza de l’altezza.
[81] rispuos’ io lui con vergognosa fronte.
[86] tu se’ solo colui da cu’ io tolsi
[88] Vedi la bestia per cu’ io mi volsi;
[112] Ond’ io per lo tuo me’ penso e discerno
[113] che tu mi segui, e io sarò tua guida,
[130] E io a lui: «Poeta, io ti richeggio
[132] acciò ch’io fugga questo male e peggio,
[134] sì ch’io veggia la porta di san Pietro
[136] Allor si mosse, e io li tenni dietro.

2. Inferno • Canto II

[3] da le fatiche loro; e io sol uno
[8] o mente che scrivesti ciò ch’io vidi,
[10] Io cominciai: «Poeta che mi guidi,
[31] Ma io, perché venirvi? o chi ’l concede?
[32] Io non Enëa, io non Paulo sono;
[33] me degno a ciò né io né altri ’l crede.
[34] Per che, se del venire io m’abbandono,
[50] dirotti perch’ io venni e quel ch’io ’ntesi
[52] Io era tra color che son sospesi,
[54] tal che di comandare io la richiesi.
[65] ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
[75] Tacette allora, e poi comincia’ io:
[95] di questo ’mpedimento ov’ io ti mando,
[99] di te, e io a te lo raccomando—.
[111] com’ io, dopo cotai parole fatte,
[130] tal mi fec’ io di mia virtude stanca,

3. Inferno • Canto III

[8] se non etterne, e io etterno duro.
[12] per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro».
[20] con lieto volto, ond’ io mi confortai,
[24] per ch’io al cominciar ne lagrimai.
[31] E io ch’avea d’error la testa cinta,
[43] E io: «Maestro, che è tanto greve
[52] E io, che riguardai, vidi una ’nsegna
[58] Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto,
[72] per ch’io dissi: «Maestro, or mi concedi
[90] Ma poi che vide ch’io non mi partiva,

4. Inferno • Canto IV

[2] un greve truono, sì ch’io mi riscossi
[6] per conoscer lo loco dov’ io fossi.
[12] io non vi discernea alcuna cosa.
[15] «Io sarò primo, e tu sarai secondo».
[16] E io, che del color mi fui accorto,
[39] e di questi cotai son io medesmo.
[47] comincia’ io per voler esser certo
[52] rispuose: «Io era nuovo in questo stato,
[68] di qua dal sonno, quand’ io vidi un foco
[71] ma non sì ch’io non discernessi in parte
[102] sì ch’io fui sesto tra cotanto senno.
[145] Io non posso ritrar di tutti a pieno,

5. Inferno • Canto V

[28] Io venni in loco d’ogne luce muto,
[48] così vid’ io venir, traendo guai,
[70] Poscia ch’io ebbi ’l mio dottore udito
[109] Quand’ io intesi quell’ anime offense,
[115] Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
[141] io venni men così com’ io morisse.

6. Inferno • Canto VI

[5] mi veggio intorno, come ch’io mi mova
[6] e ch’io mi volga, e come che io guati.
[7] Io sono al terzo cerchio, de la piova
[42] tu fosti, prima ch’io disfatto, fatto».
[43] E io a lui: «L’angoscia che tu hai
[55] E io anima trista non son sola,
[58] Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno
[77] E io a lui: «Ancor vo’ che mi ’nsegni
[82] dimmi ove sono e fa ch’io li conosca;
[103] per ch’io dissi: «Maestro, esti tormenti

7. Inferno • Canto VII

[20] nove travaglie e pene quant’ io viddi?
[36] E io, ch’avea lo cor quasi compunto,
[49] E io: «Maestro, tra questi cotali
[50] dovre’ io ben riconoscere alcuni
[67] «Maestro mio», diss’ io, «or mi dì anche:
[99] quand’ io mi mossi, e ’l troppo star si vieta».
[109] E io, che di mirare stava inteso,

8. Inferno • Canto VIII

[1] Io dico, seguitando, ch’assai prima
[7] E io mi volsi al mar di tutto ’l senno;
[15] com’ io vidi una nave piccioletta
[27] e sol quand’ io fui dentro parve carca.
[28] Tosto che ’l duca e io nel legno fui,
[34] E io a lui: «S’i’ vegno, non rimango;
[37] E io a lui: «Con piangere e con lutto,
[52] E io: «Maestro, molto sarei vago
[58] Dopo ciò poco vid’ io quello strazio
[66] per ch’io avante l’occhio intento sbarro.
[70] E io: «Maestro, già le sue meschite
[82] Io vidi più di mille in su le porte
[94] Pensa, lettor, se io mi sconfortai
[100] non mi lasciar», diss’ io, «così disfatto;
[110] lo dolce padre, e io rimagno in forse,
[121] E a me disse: «Tu, perch’ io m’adiri,
[122] non sbigottir, ch’io vincerò la prova,

9. Inferno • Canto IX

[14] perch’ io traeva la parola tronca
[19] Questa question fec’ io; e quei «Di rado
[21] faccia il cammino alcun per qual io vado.
[79] vid’ io più di mille anime distrutte
[107] e io, ch’avea di riguardar disio
[109] com’ io fui dentro, l’occhio intorno invio:
[124] E io: «Maestro, quai son quelle genti

10. Inferno • Canto X

[3] lo mio maestro, e io dopo le spalle.
[19] E io: «Buon duca, non tegno riposto
[34] Io avea già il mio viso nel suo fitto;
[40] Com’ io al piè de la sua tomba fui,
[43] Io ch’era d’ubidir disideroso,
[50] rispuos’ io lui, «l’una e l’altra fïata;
[61] E io a lui: «Da me stesso non vegno:
[71] ch’io facëa dinanzi a la risposta,
[85] Ond’ io a lui: «Lo strazio e ’l grande scempio
[89] «A ciò non fu’ io sol», disse, «né certo
[91] Ma fu’ io solo, là dove sofferto
[95] prega’ io lui, «solvetemi quel nodo
[121] Indi s’ascose; e io inver’ l’antico
[126] E io li sodisfeci al suo dimando.

11. Inferno • Canto XI

[7] d’un grand’ avello, ov’ io vidi una scritta
[13] Così ’l maestro; e io «Alcun compenso»,
[67] E io: «Maestro, assai chiara procede
[95] diss’ io, «là dove di’ ch’usura offende

12. Inferno • Canto XII

[25] vid’ io lo Minotauro far cotale;
[31] Io gia pensando; e quei disse: «Tu pensi
[52] Io vidi un’ampia fossa in arco torta,
[90] non è ladron, né io anima fuia.
[91] Ma per quella virtù per cu’ io movo
[103] Io vidi gente sotto infino al ciglio;
[114] «Questi ti sia or primo, e io secondo».
[123] e di costoro assai riconobb’ io.

13. Inferno • Canto XIII

[22] Io sentia d’ogne parte trarre guai
[24] per ch’io tutto smarrito m’arrestai.
[25] Cred’ ïo ch’ei credette ch’io credesse
[44] parole e sangue; ond’ io lasciai la cima
[58] Io son colui che tenni ambo le chiavi
[135] che colpa ho io de la tua vita rea?».
[151] Io fei gibetto a me de le mie case».

14. Inferno • Canto XIV

[50] ch’io domandava il mio duca di lui,
[51] gridò: «Qual io fui vivo, tal son morto.
[71] ma, com’ io dissi lui, li suoi dispetti
[84] per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici.
[92] per ch’io ’l pregai che mi largisse ’l pasto
[121] E io a lui: «Se ’l presente rigagno
[130] E io ancor: «Maestro, ove si trova

15. Inferno • Canto XV

[15] perch’ io in dietro rivolto mi fossi,
[25] E io, quando ’l suo braccio a me distese,
[43] Io non osava scender de la strada
[50] rispuos’ io lui, «mi smarri’ in una valle,
[58] e s’io non fossi sì per tempo morto,
[80] rispuos’ io lui, «voi non sareste ancora
[86] e quant’ io l’abbia in grado, mentr’ io vivo
[91] Tanto vogl’ io che vi sia manifesto,
[120] nel qual io vivo ancora, e più non cheggio».

16. Inferno • Canto XVI

[43] E io, che posto son con loro in croce,
[49] ma perch’ io mi sarei brusciato e cotto,
[91] Io lo seguiva, e poco eravam iti,
[106] Io avea una corda intorno cinta,
[109] Poscia ch’io l’ebbi tutta da me sciolta,
[122] ciò ch’io attendo e che il tuo pensier sogna;

17. Inferno • Canto XVII

[54] non ne conobbi alcun; ma io m’accorsi
[58] E com’ io riguardando tra lor vegno,
[76] E io, temendo no ’l più star crucciasse
[88] tal divenn’ io a le parole porte;
[93] com’ io credetti: ‘Fa che tu m’abbracce’.
[118] Io sentia già da la man destra il gorgo
[121] Allor fu’ io più timido a lo stoscio,
[123] ond’ io tremando tutto mi raccoscio.

18. Inferno • Canto XVIII

[21] tenne a sinistra, e io dietro mi mossi.
[40] Mentr’ io andava, li occhi miei in uno
[41] furo scontrati; e io sì tosto dissi:
[48] ch’io dissi: «O tu che l’occhio a terra gette,
[58] E non pur io qui piango bolognese;
[115] E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
[120] E io a lui: «Perché, se ben ricordo,
[126] ond’ io non ebbi mai la lingua stucca».
[134] al drudo suo quando disse “Ho io grazie

19. Inferno • Canto XIX

[13] Io vidi per le coste e per lo fondo
[20] rupp’ io per un che dentro v’annegava:
[33] diss’ io, «e cui più roggia fiamma succia?».
[37] E io: «Tanto m’è bel, quanto a te piace:
[48] comincia’ io a dir, «se puoi, fa motto».
[49] Io stava come ’l frate che confessa
[58] Tal mi fec’ io, quai son color che stanno,
[63] e io rispuosi come a me fu imposto.
[76] Là giù cascherò io altresì quando
[88] Io non so s’i’ mi fui qui troppo folle,
[103] io userei parole ancor più gravi;
[118] E mentr’ io li cantava cotai note,

20. Inferno • Canto XX

[4] Io era già disposto tutto quanto
[18] ma io nol vidi, né credo che sia.
[21] com’ io potea tener lo viso asciutto,
[25] Certo io piangea, poggiato a un de’ rocchi
[56] poscia si puose là dove nacqu’ io;
[100] E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti

21. Inferno • Canto XXI

[22] Mentr’ io là giù fisamente mirava,
[24] mi trasse a sé del loco dov’ io stava.
[91] Per ch’io mi mossi e a lui venni ratto;
[93] sì ch’io temetti ch’ei tenesser patto;
[115] Io mando verso là di questi miei
[128] diss’ io, «deh, sanza scorta andianci soli,

22. Inferno • Canto XXII

[1] Io vidi già cavalier muover campo,
[43] E io: «Maestro mio, fa, se tu puoi,
[54] di ch’io rendo ragione in questo caldo».
[60] e disse: «State in là, mentr’ io lo ’nforco».
[68] Così foss’ io ancor con lui coperto,
[99] «Toschi o Lombardi, io ne farò venire;
[102] e io, seggendo in questo loco stesso,
[103] per un ch’io son, ne farò venir sette
[104] quand’ io suffolerò, com’ è nostro uso
[110] rispuose: «Malizioso son io troppo,
[111] quand’ io procuro a’ mia maggior trestizia».
[114] io non ti verrò dietro di gualoppo,

23. Inferno • Canto XXIII

[13] Io pensava così: ‘Questi per noi
[21] quand’ io dissi: «Maestro, se non celi
[24] io li ’magino sì, che già li sento».
[35] ch’io li vidi venir con l’ali tese
[73] Per ch’io al duca mio: «Fa che tu trovi
[94] E io a loro: «I’ fui nato e cresciuto
[104] io Catalano e questi Loderingo
[109] Io cominciai: «O frati, i vostri mali . . . »;
[124] Allor vid’ io maravigliar Virgilio
[142] E ’l frate: «Io udi’ già dire a Bologna
[147] ond’ io da li ’ncarcati mi parti’

24. Inferno • Canto XXIV

[17] quand’ io li vidi sì turbar la fronte,
[21] dolce ch’io vidi prima a piè del monte.
[32] ché noi a pena, ei lieve e io sospinto,
[36] non so di lui, ma io sarei ben vinto.
[44] quand’ io fui sù, ch’i’ non potea più oltre,
[70] Io era vòlto in giù, ma li occhi vivi
[72] per ch’io: «Maestro, fa che tu arrivi
[122] per ch’ei rispuose: «Io piovvi di Toscana,
[129] ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci».
[136] Io non posso negar quel che tu chiedi;
[137] in giù son messo tanto perch’ io fui

25. Inferno • Canto XXV

[17] e io vidi un centauro pien di rabbia
[19] Maremma non cred’ io che tante n’abbia,
[36] de’ quai né io né ’l duca mio s’accorse,
[40] Io non li conoscea; ma ei seguette,
[44] per ch’io, acciò che ’l duca stesse attento,
[47] ciò ch’io dirò, non sarà maraviglia,
[48] ché io che ’l vidi, a pena il mi consento.
[49] Com’ io tenea levate in lor le ciglia,
[99] converte poetando, io non lo ’nvidio;
[112] Io vidi intrar le braccia per l’ascelle,
[141] com’ ho fatt’ io, carpon per questo calle».
[142] Così vid’ io la settima zavorra

26. Inferno • Canto XXVI

[20] quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
[24] m’ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi.
[32] l’ottava bolgia, sì com’ io m’accorsi
[43] Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
[44] sì che s’io non avessi un ronchion preso,
[49] «Maestro mio», rispuos’ io, «per udirti
[50] son io più certo; ma già m’era avviso
[65] parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego
[71] di molta loda, e io però l’accetto;
[80] s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
[81] s’io meritai di voi assai o poco
[106] Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi
[121] Li miei compagni fec’ io sì aguti,

27. Inferno • Canto XXVII

[19] udimmo dire: «O tu a cu’ io drizzo
[22] perch’ io sia giunto forse alquanto tardo,
[27] latina ond’ io mia colpa tutta reco,
[29] ch’io fui d’i monti là intra Orbino
[31] Io era in giuso ancora attento e chino,
[34] E io, ch’avea già pronta la risposta,
[67] Io fui uom d’arme, e poi fui cordigliero,
[73] Mentre ch’io forma fui d’ossa e di polpe
[77] io seppi tutte, e sì menai lor arte,
[98] domandommi consiglio, e io tacetti
[103] Lo ciel poss’ io serrare e diserrare,
[109] di quel peccato ov’ io mo cader deggio,
[112] Francesco venne poi, com’ io fu’ morto,
[123] tu non pensavi ch’io löico fossi!”.
[128] per ch’io là dove vedi son perduto,
[133] Noi passamm’ oltre, e io e ’l duca mio,

28. Inferno • Canto XXVIII

[23] com’ io vidi un, così non si pertugia,
[30] dicendo: «Or vedi com’ io mi dilacco!
[51] e quest’ è ver così com’ io ti parlo».
[71] e cu’ io vidi su in terra latina,
[91] E io a lui: «Dimostrami e dichiara,
[109] E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»;
[112] Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
[113] e vidi cosa ch’io avrei paura,
[118] Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia,
[136] Io feci il padre e ’l figlio in sé ribelli;
[139] Perch’ io parti’ così giunte persone,

29. Inferno • Canto XXIX

[13] «Se tu avessi», rispuos’ io appresso,
[14] «atteso a la cagion per ch’io guardava,
[16] Parte sen giva, e io retro li andava,
[19] dov’ io tenea or li occhi sì a posta,
[25] ch’io vidi lui a piè del ponticello
[32] che non li è vendicata ancor», diss’ io,
[45] ond’ io li orecchi con le man copersi.
[73] Io vidi due sedere a sé poggiati,
[102] e io incominciai, poscia ch’ei volse:
[109] «Io fui d’Arezzo, e Albero da Siena»,
[111] ma quel per ch’io mori’ qui non mi mena.
[116] perch’ io nol feci Dedalo, mi fece
[121] E io dissi al poeta: «Or fu già mai
[136] sì vedrai ch’io son l’ombra di Capocchio,
[139] com’ io fui di natura buona scimia».

30. Inferno • Canto XXX

[7] gridò: «Tendiam le reti, sì ch’io pigli
[25] quant’ io vidi in due ombre smorte e nude,
[34] «Oh», diss’ io lui, «se l’altro non ti ficchi
[47] sovra cu’ io avea l’occhio tenuto,
[49] Io vidi un, fatto a guisa di lëuto,
[59] e non so io perché, nel mondo gramo»,
[62] io ebbi, vivo, assai di quel ch’i’ volli,
[69] che ’l male ond’ io nel volto mi discarno.
[71] tragge cagion del loco ov’ io peccai
[73] Ivi è Romena, là dov’ io falsai
[75] per ch’io il corpo sù arso lasciai.
[76] Ma s’io vedessi qui l’anima trista
[82] S’io fossi pur di tanto ancor leggero
[84] io sarei messo già per lo sentiero,
[88] Io son per lor tra sì fatta famiglia;
[91] E io a lui: «Chi son li due tapini
[108] ho io il braccio a tal mestiere sciolto».
[115] «S’io dissi falso, e tu falsasti il conio»,
[130] Ad ascoltarli er’ io del tutto fisso,
[133] Quand’ io ’l senti’ a me parlar con ira,
[139] tal mi fec’ io, non possendo parlare,
[145] E fa ragion ch’io ti sia sempre allato,

31. Inferno • Canto XXXI

[4] così od’ io che solea far la lancia
[12] ma io senti’ sonare un alto corno,
[21] ond’ io: «Maestro, dì, che terra è questa?».
[46] E io scorgeva già d’alcun la faccia,
[86] non so io dir, ma el tenea soccinto
[97] E io a lui: «S’esser puote, io vorrei
[109] Allor temett’ io più che mai la morte,
[111] s’io non avessi viste le ritorte.
[134] disse a me: «Fatti qua, sì ch’io ti prenda»;
[135] poi fece sì ch’un fascio era elli e io.

32. Inferno • Canto XXXII

[4] io premerei di mio concetto il suco
[5] più pienamente; ma perch’ io non l’abbo,
[18] e io mirava ancora a l’alto muro,
[22] Per ch’io mi volsi, e vidimi davante
[40] Quand’ io m’ebbi dintorno alquanto visto,
[44] diss’ io, «chi siete?». E quei piegaro i colli;
[70] Poscia vid’ io mille visi cagnazzi
[75] e io tremava ne l’etterno rezzo;
[82] E io: «Maestro mio, or qui m’aspetta,
[83] sì ch’io esca d’un dubbio per costui;
[85] Lo duca stette, e io dissi a colui
[91] «Vivo son io, e caro esser ti puote»,
[93] ch’io metta il nome tuo tra l’altre note».
[94] Ed elli a me: «Del contrario ho io brama.
[101] né ti dirò ch’io sia, né mosterrolti,
[103] Io avea già i capelli in mano avvolti,
[109] «Omai», diss’ io, «non vo’ che più favelle,
[111] io porterò di te vere novelle».
[116] “Io vidi”, potrai dir, “quel da Duera
[125] ch’io vidi due ghiacciati in una buca,
[135] dimmi ’l perché», diss’ io, «per tal convegno,
[138] nel mondo suso ancora io te ne cangi,
[139] se quella con ch’io parlo non si secca».

33. Inferno • Canto XXXIII

[4] Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli
[6] già pur pensando, pria ch’io ne favelli.
[10] Io non so chi tu se’ né per che modo
[12] mi sembri veramente quand’ io t’odo.
[17] fidandomi di lui, io fossi preso
[26] più lune già, quand’ io feci ’l mal sonno
[46] e io senti’ chiavar l’uscio di sotto
[47] a l’orribile torre; ond’ io guardai
[49] Io non piangëa, sì dentro impetrai:
[52] Perciò non lagrimai né rispuos’ io
[56] nel doloroso carcere, e io scorsi
[59] ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia
[71] vid’ io cascar li tre ad uno ad uno
[72] tra ’l quinto dì e ’l sesto; ond’ io mi diedi,
[104] per ch’io: «Maestro mio, questo chi move?
[115] Per ch’io a lui: «Se vuo’ ch’i’ ti sovvegna,
[116] dimmi chi se’, e s’io non ti disbrigo,
[121] «Oh», diss’ io lui, «or se’ tu ancor morto?».
[139] «Io credo», diss’ io lui, «che tu m’inganni;
[149] aprimi li occhi». E io non gliel’ apersi;

34. Inferno • Canto XXXIV

[22] Com’ io divenni allor gelato e fioco,
[25] Io non mori’ e non rimasi vivo;
[27] qual io divenni, d’uno e d’altro privo.
[30] e più con un gigante io mi convegno,
[38] quand’ io vidi tre facce a la sua testa!
[48] vele di mar non vid’ io mai cotali.
[88] Io levai li occhi e credetti vedere
[89] Lucifero com’ io l’avea lasciato,
[91] e s’io divenni allora travagliato,
[93] qual è quel punto ch’io avea passato.
[100] «Prima ch’io de l’abisso mi divella,
[101] maestro mio», diss’ io quando fui dritto,
[107] d’esser di là dal centro, ov’ io mi presi
[109] Di là fosti cotanto quant’ io scesi;
[110] quand’ io mi volsi, tu passasti ’l punto
[133] Lo duca e io per quel cammino ascoso
[136] salimmo sù, el primo e io secondo,

35. Purgatorio • Canto I

[17] tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta
[28] Com’ io da loro sguardo fui partito,
[61] Sì com’ io dissi, fui mandato ad esso
[67] Com’ io l’ho tratto, saria lungo a dirti;
[109] Così sparì; e io sù mi levai
[126] ond’ io, che fui accorto di sua arte,

36. Purgatorio • Canto II

[16] cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia,
[19] Dal qual com’ io un poco ebbi ritratto
[76] Io vidi una di lor trarresi avante
[84] e io, seguendo lei, oltre mi pinsi.
[85] Soavemente disse ch’io posasse;
[88] Rispuosemi: «Così com’ io t’amai
[92] là dov’ io son, fo io questo vïaggio»,
[93] diss’ io; «ma a te com’ è tanta ora tolta?».
[100] Ond’ io, ch’era ora a la marina vòlto
[106] E io: «Se nuova legge non ti toglie
[115] Lo mio maestro e io e quella gente
[130] così vid’ io quella masnada fresca

37. Purgatorio • Canto III

[5] e come sare’ io sanza lui corso?
[19] Io mi volsi dallato con paura
[20] d’essere abbandonato, quand’ io vidi
[24] «non credi tu me teco e ch’io ti guidi?
[26] lo corpo dentro al quale io facea ombra;
[43] io dico d’Aristotile e di Plato
[57] e io mirava suso intorno al sasso,
[61] «Leva», diss’ io, «maestro, li occhi tuoi:
[85] sì vid’ io muovere a venir la testa
[94] «Sanza vostra domanda io vi confesso
[106] Io mi volsi ver’ lui e guardail fiso:
[109] Quand’ io mi fui umilmente disdetto
[112] Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi,
[114] ond’ io ti priego che, quando tu riedi,
[118] Poscia ch’io ebbi rotta la persona
[119] di due punte mortali, io mi rendei,

38. Purgatorio • Canto IV

[13] Di ciò ebb’ io esperïenza vera,
[16] lo sole, e io non m’era accorto, quando
[23] lo duca mio, e io appresso, soli,
[36] «Maestro mio», diss’ io, «che via faremo?».
[43] Io era lasso, quando cominciai:
[45] com’ io rimango sol, se non restai».
[76] «Certo, maestro mio,» diss’ io, «unquanco
[77] non vid’ io chiaro sì com’ io discerno
[102] del qual né io né ei prima s’accorse.
[109] «O dolce segnor mio», diss’ io, «adocchia
[132] per ch’io ’ndugiai al fine i buon sospiri,

39. Purgatorio • Canto V

[1] Io era già da quell’ ombre partito,
[19] Che potea io ridir, se non «Io vegno»?
[35] com’ io avviso, assai è lor risposto:
[37] Vapori accesi non vid’ io sì tosto
[58] E io: «Perché ne’ vostri visi guati,
[60] cosa ch’io possa, spiriti ben nati,
[61] voi dite, e io farò per quella pace
[67] Ond’ io, che solo innanzi a li altri parlo,
[73] Quindi fu’ io; ma li profondi fóri
[74] ond’ uscì ’l sangue in sul quale io sedea,
[76] là dov’ io più sicuro esser credea:
[79] Ma s’io fosse fuggito inver’ la Mira,
[83] m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’ io
[88] Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;
[90] per ch’io vo tra costor con bassa fronte».
[91] E io a lui: «Qual forza o qual ventura
[98] arriva’ io forato ne la gola,
[103] Io dirò vero, e tu ’l ridì tra ’ vivi:
[108] ma io farò de l’altro altro governo!”.

40. Purgatorio • Canto VI

[10] Tal era io in quella turba spessa,
[28] io cominciai: «El par che tu mi nieghi,
[40] e là dov’ io fermai cotesto punto,
[46] Non so se ’ntendi: io dico di Beatrice;
[49] E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta,
[74] dicendo: «O Mantoano, io son Sordello
[138] S’io dico ’l ver, l’effetto nol nasconde.

41. Purgatorio • Canto VII

[7] Io son Virgilio; e per null’ altro rio
[18] o pregio etterno del loco ond’ io fui,
[20] S’io son d’udir le tue parole degno,
[23] rispuose lui, «son io di qua venuto;
[31] Quivi sto io coi pargoli innocenti
[34] quivi sto io con quei che le tre sante
[47] se mi consenti, io ti merrò ad esse,
[65] quand’ io m’accorsi che ’l monte era scemo,
[87] «tra color non vogliate ch’io vi guidi.

42. Purgatorio • Canto VIII

[7] quand’ io incominciai a render vano
[22] Io vidi quello essercito gentile
[40] Ond’ io, che non sapeva per qual calle,
[52] Ver’ me si fece, e io ver’ lui mi fei:
[58] «Oh!», diss’ io lui, «per entro i luoghi tristi
[89] E io a lui: «A quelle tre facelle
[103] Io non vidi, e però dicer non posso,
[121] «Oh!», diss’ io lui, «per li vostri paesi
[127] e io vi giuro, s’io di sopra vada,

43. Purgatorio • Canto IX

[10] quand’ io, che meco avea di quel d’Adamo,
[31] Ivi parea che ella e io ardesse;
[40] che mi scoss’ io, sì come da la faccia
[60] sen venne suso; e io per le sue orme.
[67] mi cambia’ io; e come sanza cura
[69] si mosse, e io di rietro inver’ l’altura.
[70] Lettor, tu vedi ben com’ io innalzo
[72] non ti maravigliar s’io la rincalzo.
[81] tal ne la faccia ch’io non lo soffersi;
[84] ch’io drizzava spesso il viso in vano.
[96] ch’io mi specchiai in esso qual io paio.
[139] Io mi rivolsi attento al primo tuono,
[143] ciò ch’io udiva, qual prender si suole

44. Purgatorio • Canto X

[5] e s’io avesse li occhi vòlti ad essa,
[29] quand’ io conobbi quella ripa intorno
[53] per ch’io varcai Virgilio, e fe’mi presso,
[70] I’ mossi i piè del loco dov’ io stava,
[84] di mio figliuol ch’è morto, ond’ io m’accoro»;
[88] «se tu non torni?»; ed ei: «Chi fia dov’ io,
[97] Mentr’ io mi dilettava di guardare
[112] Io cominciai: «Maestro, quel ch’io veggio
[135] vid’ io color, quando puosi ben cura.

45. Purgatorio • Canto XI

[47] che dette avea colui cu’ io seguiva,
[52] E s’io non fossi impedito dal sasso
[56] guardere’ io, per veder s’i’ ’l conosco,
[58] Io fui latino e nato d’un gran Tosco:
[65] ch’io ne mori’, come i Sanesi sanno,
[67] Io sono Omberto; e non pur a me danno
[70] E qui convien ch’io questo peso porti
[72] poi ch’io nol fe’ tra ’ vivi, qui tra ’ morti».
[79] «Oh!», diss’ io lui, «non se’ tu Oderisi,
[85] Ben non sare’ io stato sì cortese
[86] mentre ch’io vissi, per lo gran disio
[118] E io a lui: «Tuo vero dir m’incora
[127] E io: «Se quello spirito ch’attende,

46. Purgatorio • Canto XII

[2] m’andava io con quell’ anima carca,
[10] Io m’era mosso, e seguia volontieri
[22] sì vid’ io lì, ma di miglior sembianza
[38] vedea io te segnata in su la strada,
[43] O folle Aragne, sì vedea io te
[57] «Sangue sitisti, e io di sangue t’empio».
[69] quant’ io calcai, fin che chinato givi.
[85] Io era ben del suo ammonir uso
[118] Ond’ io: «Maestro, dì, qual cosa greve
[127] Allor fec’ io come color che vanno

47. Purgatorio • Canto XIII

[11] ragionava il poeta, «io temo forse
[34] «Oh!», diss’ io, «padre, che voci son queste?».
[35] E com’ io domandai, ecco la terza
[68] così a l’ombre quivi, ond’ io parlo ora,
[75] per ch’io mi volsi al mio consiglio saggio.
[98] più innanzi alquanto che là dov’ io stava,
[99] ond’ io mi feci ancor più là sentire.
[103] «Spirto», diss’ io, «che per salir ti dome,
[106] «Io fui sanese», rispuose, «e con questi
[112] E perché tu non creda ch’io t’inganni,
[113] odi s’i’ fui, com’ io ti dico, folle,
[117] e io pregava Iddio di quel ch’e’ volle.
[121] tanto ch’io volsi in sù l’ardita faccia,
[132] sì com’ io credo, e spirando ragioni?».
[133] «Li occhi», diss’ io, «mi fieno ancor qui tolti,
[141] E io: «Costui ch’è meco e non fa motto.

48. Purgatorio • Canto XIV

[16] E io: «Per mezza Toscana si spazia
[19] Di sovr’ esso rech’ io questa persona:
[58] Io veggio tuo nepote che diventa
[70] così vid’ io l’altr’ anima, che volta
[77] ricominciò: «Tu vuo’ ch’io mi deduca
[81] però sappi ch’io fui Guido del Duca.
[103] Non ti maravigliar s’io piango, Tosco,
[139] «Io sono Aglauro che divenni sasso»;

49. Purgatorio • Canto XV

[10] quand’ io senti’ a me gravar la fronte
[13] ond’ io levai le mani inver’ la cima
[27] diss’ io, «e pare inver’ noi esser mosso?».
[40] Lo mio maestro e io soli amendue
[41] suso andavamo; e io pensai, andando,
[58] «Io son d’esser contento più digiuno»,
[59] diss’ io, «che se mi fosse pria taciuto,
[82] Com’ io voleva dicer ‘Tu m’appaghe’,
[91] Ecco, dolenti, lo tuo padre e io
[117] io riconobbi i miei non falsi errori.
[125] io ti dirò», diss’ io, «ciò che m’apparve

50. Purgatorio • Canto XVI

[13] m’andava io per l’aere amaro e sozzo,
[16] Io sentia voci, e ciascuna pareva
[23] diss’ io. Ed elli a me: «Tu vero apprendi,
[31] E io: «O creatura che ti mondi
[34] «Io ti seguiterò quanto mi lece»,
[52] E io a lui: «Per fede mi ti lego
[53] di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio
[54] dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego.
[57] qui, e altrove, quello ov’ io l’accoppio.
[84] e io te ne sarò or vera spia.
[130] «O Marco mio», diss’ io, «bene argomenti;
[139] Per altro sopranome io nol conosco,
[140] s’io nol togliessi da sua figlia Gaia.
[144] (l’angelo è ivi) prima ch’io li paia».

51. Purgatorio • Canto XVII

[8] in giugnere a veder com’ io rividi
[38] or m’hai perduta! Io son essa che lutto,
[46] I’ mi volgea per veder ov’ io fosse,
[64] Così disse il mio duca, e io con lui
[66] e tosto ch’io al primo grado fui,
[79] E io attesi un poco, s’io udissi

52. Purgatorio • Canto XVIII

[3] ne la mia vista s’io parea contento;
[4] e io, cui nova sete ancor frugava,
[6] lo troppo dimandar ch’io fo li grava’.
[10] Ond’ io: «Maestro, il mio veder s’avviva
[11] sì nel tuo lume, ch’io discerno chiaro
[41] rispuos’ io lui, «m’hanno amor discoverto,
[47] dir ti poss’ io; da indi in là t’aspetta
[85] per ch’io, che la ragione aperta e piana
[95] per quel ch’io vidi di color, venendo,
[118] Io fui abate in San Zeno a Verona
[127] Io non so se più disse o s’ei si tacque,

53. Purgatorio • Canto XIX

[10] Io la mirava; e come ’l sol conforta
[19] «Io son», cantava, «io son dolce serena,
[22] Io volsi Ulisse del suo cammin vago
[34] Io mossi li occhi, e ’l buon maestro: «Almen tre
[43] quand’ io udi’ «Venite; qui si varca»
[55] E io: «Con tanta sospeccion fa irmi
[57] sì ch’io non posso dal pensar partirmi».
[67] tal mi fec’ io; e tal, quanto si fende
[70] Com’ io nel quinto giro fui dischiuso,
[83] poco dinanzi a noi ne fu; per ch’io
[88] Poi ch’io potei di me fare a mio senno,
[95] al sù, mi dì, e se vuo’ ch’io t’impetri
[96] cosa di là ond’ io vivendo mossi».
[103] Un mese e poco più prova’ io come
[127] Io m’era inginocchiato e volea dire;
[128] ma com’ io cominciai ed el s’accorse,
[131] E io a lui: «Per vostra dignitate
[138] ben puoi veder perch’ io così ragiono.
[142] Nepote ho io di là c’ha nome Alagia,

54. Purgatorio • Canto XX

[17] e io attento a l’ombre, ch’i’ sentia
[29] ch’io mi trassi oltre per aver contezza
[38] s’io ritorno a compiér lo cammin corto
[40] Ed elli: «Io ti dirò, non per conforto
[41] ch’io attenda di là, ma perché tanta
[43] Io fui radice de la mala pianta
[48] e io la cheggio a lui che tutto giuggia.
[52] Figliuol fu’ io d’un beccaio di Parigi:
[70] Tempo vegg’ io, non molto dopo ancoi,
[94] O Segnor mio, quando sarò io lieto
[97] Ciò ch’io dicea di quell’ unica sposa
[122] dianzi non era io sol; ma qui da presso
[127] quand’ io senti’, come cosa che cada,
[135] dicendo: «Non dubbiar, mentr’ io ti guido».
[137] dicean, per quel ch’io da’ vicin compresi,

55. Purgatorio • Canto XXI

[31] Ond’ io fui tratto fuor de l’ampia gola
[53] ch’al sommo d’i tre gradi ch’io parlai,
[67] E io, che son giaciuto a questa doglia
[79] Ora chi fosti, piacciati ch’io sappia,
[86] era io di là», rispuose quello spirto,
[109] Io pur sorrisi come l’uom ch’ammicca;
[115] Or son io d’una parte e d’altra preso:
[117] ch’io dica; ond’ io sospiro, e sono inteso
[121] Ond’ io: «Forse che tu ti maravigli,
[122] antico spirto, del rider ch’io fei;
[135] quand’ io dismento nostra vanitate,

56. Purgatorio • Canto XXII

[7] E io più lieve che per l’altre foci
[33] forse per quella cerchia dov’ io era.
[37] E se non fosse ch’io drizzai mia cura,
[38] quand’ io intesi là dove tu chiame,
[52] però, s’io son tra quella gente stato
[74] ma perché veggi mei ciò ch’io disegno,
[81] ond’ io a visitarli presi usata.
[86] io li sovvenni, e i lor dritti costumi
[88] E pria ch’io conducessi i Greci a’ fiumi
[89] di Tebe poetando, ebb’ io battesmo;
[95] che m’ascondeva quanto bene io dico,
[100] «Costoro e Persio e io e altri assai»,
[121] quando il mio duca: «Io credo ch’a lo stremo
[127] Elli givan dinanzi, e io soletto
[135] cred’ io, perché persona sù non vada.

57. Purgatorio • Canto XXIII

[7] Io volsi ’l viso, e ’l passo non men tosto,
[14] comincia’ io; ed elli: «Ombre che vanno
[28] Io dicea fra me stesso pensando: ‘Ecco
[51] né a difetto di carne ch’io abbia;
[55] «La faccia tua, ch’io lagrimai già morta,
[57] rispuos’ io lui, «veggendola sì torta.
[59] non mi far dir mentr’ io mi maraviglio,
[63] rimasa dietro ond’ io sì m’assottiglio.
[72] io dico pena, e dovria dir sollazzo,
[76] E io a lui: «Forese, da quel dì
[83] Io ti credea trovar là giù di sotto,
[96] che la Barbagia dov’ io la lasciai.
[97] O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica?
[113] vedi che non pur io, ma questa gente
[115] Per ch’io a lui: «Se tu riduci a mente
[116] qual fosti meco, e qual io teco fui,
[128] che io sarò là dove fia Beatrice;

58. Purgatorio • Canto XXIV

[7] E io, continüando al mio sermone,
[11] dimmi s’io veggio da notar persona
[27] sì ch’io però non vidi un atto bruno.
[38] sentiv’ io là, ov’ el sentia la piaga
[40] «O anima», diss’ io, «che par sì vaga
[41] di parlar meco, fa sì ch’io t’intenda,
[52] E io a lui: «I’ mi son un che, quando
[55] «O frate, issa vegg’ io», diss’ elli, «il nodo
[58] Io veggio ben come le vostre penne
[75] dicendo: «Quando fia ch’io ti riveggia?».
[76] «Non so», rispuos’ io lui, «quant’ io mi viva;
[78] ch’io non sia col voler prima a la riva;
[92] in questo regno, sì ch’io perdo troppo
[98] e io rimasi in via con esso i due
[119] per che Virgilio e Stazio e io, ristretti,
[134] sùbita voce disse; ond’ io mi scossi
[139] com’ io vidi un che dicea: «S’a voi piace
[143] per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori,

59. Purgatorio • Canto XXV

[13] tal era io con voglia accesa e spenta
[29] ecco qui Stazio; e io lui chiamo e prego
[33] discolpi me non potert’ io far nego».
[116] ad uno ad uno; e io temëa ’l foco
[125] per ch’io guardava a loro e a’ miei passi

60. Purgatorio • Canto XXVI

[3] diceami: «Guarda: giovi ch’io ti scaltro»;
[7] e io facea con l’ombra più rovente
[25] Sì mi parlava un d’essi; e io mi fora
[26] già manifesto, s’io non fossi atteso
[52] Io, che due volte avea visto lor grato,
[96] tal mi fec’ io, ma non a tanto insurgo,
[97] quand’ io odo nomar sé stesso il padre
[112] E io a lui: «Li dolci detti vostri,
[115] «O frate», disse, «questi ch’io ti cerno
[136] Io mi fei al mostrato innanzi un poco,

61. Purgatorio • Canto XXVII

[14] per ch’io divenni tal, quando lo ’ntesi,
[22] Ricorditi, ricorditi! E se io
[28] E se tu forse credi ch’io t’inganni,
[33] E io pur fermo e contra coscïenza.
[65] verso tal parte ch’io toglieva i raggi
[69] sentimmo dietro e io e li miei saggi.
[86] io come capra, ed ei come pastori,
[89] ma, per quel poco, vedea io le stelle
[107] com’ io de l’addornarmi con le mani;
[113] e ’l sonno mio con esse; ond’ io leva’mi,
[129] dov’ io per me più oltre non discerno.
[142] per ch’io te sovra te corono e mitrio».

62. Purgatorio • Canto XXVIII

[23] dentro a la selva antica tanto, ch’io
[24] non potea rivedere ond’ io mi ’ntrassi;
[47] diss’ io a lei, «verso questa rivera,
[48] tanto ch’io possa intender che tu canti.
[76] «Voi siete nuovi, e forse perch’ io rido»,
[85] «L’acqua», diss’ io, «e ’l suon de la foresta
[87] di cosa ch’io udi’ contraria a questa».
[88] Ond’ ella: «Io dicerò come procede
[135] la sete tua perch’ io più non ti scuopra,
[145] Io mi rivolsi ’n dietro allora tutto

63. Purgatorio • Canto XXIX

[8] su per la riva; e io pari di lei,
[31] Mentr’ io m’andava tra tante primizie
[39] cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami.
[55] Io mi rivolsi d’ammirazion pieno
[64] Genti vid’ io allor, come a lor duci,
[69] s’io riguardava in lei, come specchio anco.
[70] Quand’ io da la mia riva ebbi tal posta,
[82] Sotto così bel ciel com’ io diviso,

64. Purgatorio • Canto XXX

[22] Io vidi già nel cominciar del giorno
[42] prima ch’io fuor di püerizia fosse,
[129] fu’ io a lui men cara e men gradita;

65. Purgatorio • Canto XXXI

[19] sì scoppia’ io sottesso grave carco,
[50] piacer, quanto le belle membra in ch’io
[67] tal mi stav’ io; ed ella disse: «Quando
[73] ch’io non levai al suo comando il mento;
[89] ch’io caddi vinto; e quale allora femmi,
[92] la donna ch’io avea trovata sola
[99] che nol so rimembrar, non ch’io lo scriva.
[102] ove convenne ch’io l’acqua inghiottissi.
[124] Pensa, lettor, s’io mi maravigliava,

66. Purgatorio • Canto XXXII

[9] perch’ io udi’ da loro un «Troppo fiso!»;
[29] e Stazio e io seguitavam la rota
[37] Io senti’ mormorare a tutti «Adamo»;
[61] Io non lo ’ntesi, né qui non si canta
[64] S’io potessi ritrar come assonnaro
[68] disegnerei com’ io m’addormentai;
[82] tal torna’ io, e vidi quella pia
[106] Così Beatrice; e io, che tutto ai piedi
[112] com’ io vidi calar l’uccel di Giove

67. Purgatorio • Canto XXXIII

[20] mi disse, «tanto che, s’io parlo teco,
[22] Sì com’ io fui, com’ io dovëa, seco,
[40] ch’io veggio certamente, e però il narro,
[73] Ma perch’ io veggio te ne lo ’ntelletto
[79] E io: «Sì come cera da suggello,
[91] Ond’ io rispuosi lei: «Non mi ricorda
[136] S’io avessi, lettor, più lungo spazio
[142] Io ritornai da la santissima onda

68. Paradiso • Canto I

[5] fu’ io, e vidi cose che ridire
[10] Veramente quant’ io del regno santo
[24] segnata nel mio capo io manifesti,
[58] Io nol soffersi molto, né sì poco,
[59] ch’io nol vedessi sfavillar dintorno,
[65] fissa con li occhi stava; e io in lei
[85] Ond’ ella, che vedea me sì com’ io,
[87] pria ch’io a dimandar, la bocca aprio
[94] S’io fui del primo dubbio disvestito
[99] com’ io trascenda questi corpi levi».
[109] Ne l’ordine ch’io dico sono accline

69. Paradiso • Canto II

[7] L’acqua ch’io prendo già mai non si corse;
[22] Beatrice in suso, e io in lei guardava;
[37] S’io era corpo, e qui non si concepe
[46] Io rispuosi: «Madonna, sì devoto
[59] E io: «Ciò che n’appar qua sù diverso
[63] l’argomentar ch’io li farò avverso.
[83] de l’altro; e s’elli avvien ch’io l’altro cassi,
[124] Riguarda bene omai sì com’ io vado

70. Paradiso • Canto III

[4] e io, per confessar corretto e certo
[16] tali vid’ io più facce a parlar pronte;
[17] per ch’io dentro a l’error contrario corsi
[19] Sùbito sì com’ io di lor m’accorsi,
[25] «Non ti maravigliar perch’ io sorrida»,
[34] E io a l’ombra che parea più vaga
[58] Ond’ io a lei: «Ne’ mirabili aspetti
[94] così fec’ io con atto e con parola,
[112] ciò ch’io dico di me, di sé intende;

71. Paradiso • Canto IV

[10] Io mi tacea, ma ’l mio disir dipinto
[16] e disse: «Io veggio ben come ti tira
[30] che prender vuoli, io dico, non Maria,
[94] Io t’ho per certo ne la mente messo
[113] de la voglia assoluta intende, e io
[119] diss’ io appresso, «il cui parlar m’inonda
[124] Io veggio ben che già mai non si sazia
[136] Io vo’ saper se l’uom può sodisfarvi

72. Paradiso • Canto V

[1] «S’io ti fiammeggio nel caldo d’amore
[7] Io veggio ben sì come già resplende
[30] tal quale io dico; e fassi col suo atto.
[40] Apri la mente a quel ch’io ti paleso
[94] Quivi la donna mia vid’ io sì lieta,
[98] qual mi fec’ io che pur da mia natura
[103] sì vid’ io ben più di mille splendori
[124] «Io veggio ben sì come tu t’annidi
[130] Questo diss’ io diritto a la lumera

73. Paradiso • Canto VI

[13] E prima ch’io a l’ovra fossi attento,
[19] Io li credetti; e ciò che ’n sua fede era,
[20] vegg’ io or chiaro sì, come tu vedi
[91] Or qui t’ammira in ciò ch’io ti replìco:
[98] ch’io accusai di sopra e di lor falli,

74. Paradiso • Canto VII

[10] Io dubitava e dicea ‘Dille, dille!’
[22] ma io ti solverò tosto la mente;
[52] Ma io veggi’ or la tua mente ristretta
[123] perché tu veggi lì così com’ io.
[124] Tu dici: “Io veggio l’acqua, io veggio il foco,

75. Paradiso • Canto VIII

[10] e da costei ond’ io principio piglio
[13] Io non m’accorsi del salire in ella;
[19] vid’ io in essa luce altre lucerne
[46] E quanta e quale vid’ io lei far piùe
[56] che s’io fossi giù stato, io ti mostrava
[88] per te si veggia come la vegg’ io,
[94] Questo io a lui; ed elli a me: «S’io posso
[113] E io: «Non già; ché impossibil veggio
[117] «Sì», rispuos’ io; «e qui ragion non cheggio».

76. Paradiso • Canto IX

[5] sì ch’io non posso dir se non che pianto
[21] ch’i’ possa in te refletter quel ch’io penso!».
[31] D’una radice nacqui e io ed ella:
[74] diss’ io, «beato spirto, sì che nulla
[80] Già non attendere’ io tua dimanda,
[81] s’io m’intuassi, come tu t’inmii».
[88] Di quella valle fu’ io litorano
[92] Buggea siede e la terra ond’ io fui,
[96] di me s’imprenta, com’ io fe’ di lui;

77. Paradiso • Canto X

[27] quella materia ond’ io son fatto scriba.
[34] e io era con lui; ma del salire
[35] non m’accors’ io, se non com’ uom s’accorge,
[41] quel ch’era dentro al sol dov’ io entra’mi,
[43] Perch’ io lo ’ngegno e l’arte e l’uso chiami,
[58] come a quelle parole mi fec’ io;
[64] Io vidi più folgór vivi e vincenti
[70] Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno,
[94] Io fui de li agni de la santa greggia
[99] è di Cologna, e io Thomas d’Aquino.

78. Paradiso • Canto XI

[16] E io senti’ dentro a quella lumera
[19] «Così com’ io del suo raggio resplendo,
[73] Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,

79. Paradiso • Canto XII

[70] Domenico fu detto; e io ne parlo
[78] come dicesse: ‘Io son venuto a questo’.
[127] Io son la vita di Bonaventura

80. Paradiso • Canto XIII

[3] mentre ch’io dico, come ferma rupe—,
[21] che circulava il punto dov’ io era:
[46] e però miri a ciò ch’io dissi suso,
[49] Or apri li occhi a quel ch’io ti rispondo,
[85] sì ch’io commendo tua oppinïone,
[103] Onde, se ciò ch’io dissi e questo note,

81. Paradiso • Canto XIV

[5] questo ch’io dico, sì come si tacque
[34] E io udi’ ne la luce più dia
[85] Ben m’accors’ io ch’io era più levato,
[92] l’ardor del sacrificio, ch’io conobbi
[96] ch’io dissi: «O Elïòs che sì li addobbi!».
[105] sì ch’io non so trovare essempro degno;
[107] ancor mi scuserà di quel ch’io lasso,
[124] Ben m’accors’ io ch’elli era d’alte lode,
[135] e ch’io non m’era lì rivolto a quelli,
[136] escusar puommi di quel ch’io m’accuso

82. Paradiso • Canto XV

[9] ch’io le pregassi, a tacer fur concorde?
[31] Così quel lume: ond’ io m’attesi a lui;
[35] tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo
[39] ch’io non lo ’ntesi, sì parlò profondo;
[53] in ch’io ti parlo, mercè di colei
[58] e però ch’io mi sia e perch’ io paia
[64] ma perché ’l sacro amore in che io veglio
[70] Io mi volsi a Beatrice, e quella udio
[71] pria ch’io parlassi, e arrisemi un cenno
[82] ond’ io, che son mortal, mi sento in questa
[85] Ben supplico io a te, vivo topazio
[88] «O fronda mia in che io compiacemmi
[89] pur aspettando, io fui la tua radice»:
[112] Bellincion Berti vid’ io andar cinto
[145] Quivi fu’ io da quella gente turpa

83. Paradiso • Canto XVI

[6] dico nel cielo, io me ne gloriai.
[16] Io cominciai: «Voi siete il padre mio;
[18] voi mi levate sì, ch’i’ son più ch’io.
[29] carbone in fiamma, così vid’ io quella
[40] Li antichi miei e io nacqui nel loco
[53] quelle genti ch’io dico, e al Galluzzo
[86] ciò ch’io dirò de li alti Fiorentini
[88] Io vidi li Ughi e vidi i Catellini,
[109] Oh quali io vidi quei che son disfatti
[124] Io dirò cosa incredibile e vera:
[149] vid’ io Fiorenza in sì fatto riposo,
[151] Con queste genti vid’io glorïoso

84. Paradiso • Canto XVII

[4] tal era io, e tal era sentito
[19] mentre ch’io era a Virgilio congiunto
[23] parole gravi, avvegna ch’io mi senta
[28] Così diss’ io a quella luce stessa
[102] in quella tela ch’io le porsi ordita,
[103] io cominciai, come colui che brama,
[109] per che di provedenza è buon ch’io m’armi,
[111] io non perdessi li altri per miei carmi.
[116] ho io appreso quel che s’io ridico,
[118] e s’io al vero son timido amico,
[122] ch’io trovai lì, si fé prima corusca,

85. Paradiso • Canto XVIII

[2] quello specchio beato, e io gustava
[7] Io mi rivolsi a l’amoroso suono
[8] del mio conforto; e qual io allor vidi
[10] non perch’ io pur del mio parlar diffidi,
[13] Tanto poss’ io di quel punto ridire,
[26] a ch’io mi volsi, conobbi la voglia
[35] quello ch’io nomerò, lì farà l’atto
[37] Io vidi per la croce un lume tratto
[52] Io mi rivolsi dal mio destro lato
[61] sì m’accors’ io che ’l mio girare intorno
[70] Io vidi in quella giovïal facella
[85] illustrami di te, sì ch’io rilevi
[86] le lor figure com’ io l’ho concette:
[89] vocali e consonanti; e io notai
[118] Per ch’io prego la mente in che s’inizia
[124] O milizia del ciel cu’ io contemplo,
[136] ch’io non conosco il pescator né Polo».

86. Paradiso • Canto XIX

[10] ch’io vidi e anche udi’ parlar lo rostro,
[11] e sonar ne la voce e «io» e «mio»,
[14] son io qui essaltato a quella gloria
[22] Ond’ io appresso: «O perpetüi fiori
[28] Ben so io che, se ’n cielo altro reame
[31] Sapete come attento io m’apparecchio
[37] vid’ io farsi quel segno, che di laude

87. Paradiso • Canto XX

[17] ond’ io vidi ingemmato il sesto lume
[30] quali aspettava il core ov’ io le scrissi.
[34] perché d’i fuochi ond’ io figura fommi,
[79] E avvegna ch’io fossi al dubbiar mio
[84] per ch’io di coruscar vidi gran feste.
[88] «Io veggio che tu credi queste cose
[89] perch’ io le dico, ma non vedi come;
[146] ch’io vidi le due luci benedette,

88. Paradiso • Canto XXI

[4] E quella non ridea; ma «S’io ridessi»,
[21] quand’ io mi trasmutai ad altra cura,
[29] vid’ io uno scaleo eretto in suso
[32] tanti splendor, ch’io pensai ch’ogne lume
[44] si fé sì chiaro, ch’io dicea pensando:
[45] ‘Io veggio ben l’amor che tu m’accenne.
[46] Ma quella ond’ io aspetto il come e ’l quando
[47] del dire e del tacer, si sta; ond’ io,
[48] contra ’l disio, fo ben ch’io non dimando’.
[52] E io incominciai: «La mia mercede
[73] «Io veggio ben», diss’ io, «sacra lucerna,
[84] penetrando per questa in ch’io m’inventro,
[88] Quinci vien l’allegrezza ond’ io fiammeggio;
[104] ch’io lasciai la quistione e mi ritrassi
[121] In quel loco fu’ io Pietro Damiano,
[136] A questa voce vid’ io più fiammelle
[142] né io lo ’ntesi, sì mi vinse il tuono.

89. Paradiso • Canto XXII

[11] e io ridendo, mo pensar lo puoi,
[21] se com’ io dico l’aspetto redui».
[25] Io stava come quei che ’n sé repreme
[32] com’ io la carità che tra noi arde,
[35] a l’alto fine, io ti farò risposta
[40] e quel son io che sù vi portai prima
[44] ch’io ritrassi le ville circunstanti
[52] E io a lui: «L’affetto che dimostri
[54] ch’io veggio e noto in tutti li ardor vostri,
[59] s’io posso prender tanta grazia, ch’io
[89] e io con orazione e con digiuno,
[106] S’io torni mai, lettore, a quel divoto
[107] trïunfo per lo quale io piango spesso
[110] nel foco il dito, in quant’ io vidi ’l segno
[113] di gran virtù, dal quale io riconosco
[117] quand’ io senti’ di prima l’aere tosco;
[135] tal, ch’io sorrisi del suo vil sembiante;
[152] volgendom’ io con li etterni Gemelli,

90. Paradiso • Canto XXIII

[13] sì che, veggendola io sospesa e vaga,
[46] «Apri li occhi e riguarda qual son io;
[49] Io era come quei che si risente
[52] quand’ io udi’ questa proferta, degna
[76] Così Beatrice; e io, che a’ suoi consigli
[82] vid’ io così più turbe di splendori,
[88] Il nome del bel fior ch’io sempre invoco
[103] «Io sono amore angelico, che giro
[117] là dov’ io era, ancor non appariva:

91. Paradiso • Canto XXIV

[19] Di quella ch’io notai di più carezza
[49] così m’armava io d’ogne ragione
[53] fede che è?». Ond’ io levai la fronte
[58] «La Grazia che mi dà ch’io mi confessi»,
[59] comincia’ io, «da l’alto primipilo,
[70] E io appresso: «Le profonde cose
[86] Ond’ io: «Sì ho, sì lucida e sì tonda,
[91] onde ti venne?». E io: «La larga ploia
[97] Io udi’ poi: «L’antica e la novella
[100] E io: «La prova che ’l ver mi dischiude,
[107] diss’ io, «sanza miracoli, quest’ uno
[121] sì ch’io approvo ciò che fuori emerse;
[127] comincia’ io, «tu vuo’ ch’io manifesti
[130] E io rispondo: Io credo in uno Dio
[133] e a tal creder non ho io pur prove
[143] ch’io tocco mo, la mente mi sigilla
[152] tre volte cinse me, sì com’ io tacqui,
[154] io avea detto: sì nel dir li piacqui!

92. Paradiso • Canto XXV

[5] del bello ovile ov’ io dormi’ agnello,
[11] l’anime a Dio, quivi intra’ io, e poi
[38] mi venne; ond’ io leväi li occhi a’ monti
[61] a lui lasc’ io, ché non li saran forti
[67] «Spene», diss’ io, «è uno attender certo
[77] ne la pistola poi; sì ch’io son pieno,
[79] Mentr’ io diceva, dentro al vivo seno
[85] vuol ch’io respiri a te che ti dilette
[88] E io: «Le nove e le scritture antiche
[106] così vid’ io lo schiarato splendore
[138] per non poter veder, benché io fossi

93. Paradiso • Canto XXVI

[1] Mentr’ io dubbiava per lo viso spento,
[13] Io dissi: «Al suo piacere e tosto e tardo
[15] quand’ ella entrò col foco ond’ io sempr’ ardo.
[25] E io: «Per filosofici argomenti
[42] ‘Io ti farò vedere ogne valore’.
[46] E io udi’: «Per intelletto umano
[59] la morte ch’el sostenne perch’ io viva,
[60] e quel che spera ogne fedel com’ io,
[65] de l’ortolano etterno, am’ io cotanto
[67] Sì com’ io tacqui, un dolcissimo canto
[81] d’un quarto lume ch’io vidi tra noi.
[88] fec’ io in tanto in quant’ ella diceva,
[106] perch’ io la veggio nel verace speglio
[124] La lingua ch’io parlai fu tutta spenta
[140] fu’ io, con vita pura e disonesta,

94. Paradiso • Canto XXVII

[4] Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
[19] quand’ ïo udi’: «Se io mi trascoloro,
[20] non ti maravigliar, ché, dicend’ io,
[52] né ch’io fossi figura di sigillo
[54] ond’ io sovente arrosso e disfavillo.
[63] soccorrà tosto, sì com’ io concipio;
[66] e non asconder quel ch’io non ascondo».
[70] in sù vid’ io così l’etera addorno
[82] sì ch’io vedea di là da Gade il varco

95. Paradiso • Canto XXVIII

[11] ch’io feci riguardando ne’ belli occhi
[13] E com’ io mi rivolsi e furon tocchi
[46] E io a lei: «Se ’l mondo fosse posto
[47] con l’ordine ch’io veggio in quelle rote,
[57] ché io per me indarno a ciò contemplo».
[62] quel ch’io ti dicerò, se vuo’ saziarti;
[94] Io sentiva osannar di coro in coro
[132] che li nomò e distinse com’ io.

96. Paradiso • Canto XXIX

[10] Poi cominciò: «Io dico, e non dimando,
[11] quel che tu vuoli udir, perch’ io l’ho visto

97. Paradiso • Canto XXX

[19] La bellezza ch’io vidi si trasmoda
[20] non pur di là da noi, ma certo io credo
[34] Cotal qual io lascio a maggior bando
[56] queste parole brievi, ch’io compresi
[85] come fec’ io, per far migliori spegli
[95] li fiori e le faville, sì ch’io vidi
[97] O isplendor di Dio, per cu’ io vidi

98. Paradiso • Canto XXXI

[64] E «Ov’ è ella?», sùbito diss’ io.
[109] tal era io mirando la vivace
[118] Io levai li occhi; e come da mattina
[131] vid’ io più di mille angeli festanti,
[136] e s’io avessi in dir tanta divizia

99. Paradiso • Canto XXXII

[14] giù digradar, com’ io ch’a proprio nome
[50] ma io discioglierò ’l forte legame
[88] Io vidi sopra lei tanta allegrezza
[91] che quantunque io avea visto davante,
[115] Ma vieni omai con li occhi sì com’ io

100. Paradiso • Canto XXXIII

[28] E io, che mai per mio veder non arsi
[46] E io ch’al fine di tutt’ i disii
[47] appropinquava, sì com’ io dovea,
[50] perch’ io guardassi suso; ma io era
[61] cotal son io, ché quasi tutta cessa
[76] Io credo, per l’acume ch’io soffersi
[79] E’ mi ricorda ch’io fui più ardito
[82] Oh abbondante grazia ond’ io presunsi
[107] pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante
[110] fosse nel vivo lume ch’io mirava,
[114] mutandom’ io, a me si travagliava.
[136] tal era io a quella vista nova: