Concordanze nella Divina Commedia di Dante (beta)

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1. Inferno • Canto I

[86] tu se’ solo colui da cu’ io tolsi
[89] aiutami da lei, famoso saggio,

2. Inferno • Canto II

[3] da le fatiche loro; e io sol uno
[45] «l’anima tua è da viltade offesa;
[49] Da questa tema acciò che tu ti solve,
[85] “Da che tu vuo’ saver cotanto a dentro,
[91] I’ son fatta da Dio, sua mercé, tale,

3. Inferno • Canto III

[66] da mosconi e da vespe ch’eran ivi.
[69] da fastidiosi vermi era ricolto.
[89] pàrtiti da cotesti che son morti».

4. Inferno • Canto IV

[97] Da ch’ebber ragionato insieme alquanto,
[115] Traemmoci così da l’un de’ canti,
[125] da l’altra parte vidi ’l re Latino

5. Inferno • Canto V

[10] vede qual loco d’inferno è da essa;
[30] se da contrari venti è combattuto.
[49] ombre portate da la detta briga;
[108] Queste parole da lor ci fuor porte.
[134] esser basciato da cotanto amante,
[135] questi, che mai da me non fia diviso,

7. Inferno • Canto VII

[32] da ogne mano a l’opposito punto,
[92] pur da color che le dovrien dar lode,
[102] per un fossato che da lei deriva.
[130] Venimmo al piè d’una torre al da sezzo.

8. Inferno • Canto VIII

[5] e un’altra da lungi render cenno,
[13] Corda non pinse mai da sé saetta
[83] da ciel piovuti, che stizzosamente
[105] non ci può tòrre alcun: da tal n’è dato.
[128] e già di qua da lei discende l’erta,

9. Inferno • Canto IX

[23] congiurato da quella Eritón cruda
[85] Ben m’accorsi ch’elli era da ciel messo,
[125] che, seppellite dentro da quell’ arche,

10. Inferno • Canto X

[13] Suo cimitero da questa parte hanno
[33] da la cintola in sù tutto ’l vedrai».
[61] E io a lui: «Da me stesso non vegno:
[107] fia nostra conoscenza da quel punto
[132] da lei saprai di tua vita il vïaggio».

11. Inferno • Canto XI

[16] «Figliuol mio, dentro da cotesti sassi»,
[73] perché non dentro da la città roggia
[77] disse, «lo ’ngegno tuo da quel che sòle?
[88] tu vedrai ben perché da questi felli
[100] dal divino ’ntelletto e da sua arte;
[106] Da queste due, se tu ti rechi a mente

12. Inferno • Canto XII

[5] di qua da Trento l’Adice percosse,
[7] che da cima del monte, onde si mosse,
[20] ammaestrato da la tua sorella,
[33] da quell’ ira bestial ch’i’ ora spensi.
[40] da tutte parti l’alta valle feda
[61] e l’un gridò da lungi: «A qual martiro
[88] Tal si partì da cantare alleluia
[111] è Opizzo da Esti, il qual per vero
[118] Mostrocci un’ombra da l’un canto sola,
[127] «Sì come tu da questa parte vedi
[130] che da quest’ altra a più a più giù prema
[137] a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo,

13. Inferno • Canto XIII

[3] che da neun sentiero era segnato.
[27] da gente che per noi si nascondesse.
[32] e colsi un ramicel da un gran pruno;
[34] Da che fatto fu poi di sangue bruno,
[41] da l’un de’ capi, che da l’altro geme
[64] La meretrice che mai da l’ospizio
[79] Un poco attese, e poi «Da ch’el si tace»,
[115] Ed ecco due da la sinistra costa,
[133] «O Iacopo», dicea, «da Santo Andrea,
[141] c’ha le mie fronde sì da me disgiunte,

14. Inferno • Canto XIV

[15] che fu da’ piè di Caton già soppressa.
[17] esser temuta da ciascun che legge
[42] escotendo da sé l’arsura fresca.
[52] Se Giove stanchi ’l suo fabbro da cui
[88] cosa non fu da li tuoi occhi scorta
[109] da indi in giuso è tutto ferro eletto,
[139] Poi disse: «Omai è tempo da scostarsi

15. Inferno • Canto XV

[13] Già eravam da la selva rimossi
[18] ci riguardava come suol da sera
[22] Così adocchiato da cotal famiglia,
[23] fui conosciuto da un, che mi prese

16. Inferno • Canto XVI

[11] ricenti e vecchie, da le fiamme incese!
[96] da la sinistra costa d’Apennino,
[109] Poscia ch’io l’ebbi tutta da me sciolta,
[113] e alquanto di lunge da la sponda
[136] che ’n sù si stende e da piè si rattrappa.

17. Inferno • Canto XVII

[51] o da pulci o da mosche o da tafani.
[78] torna’mi in dietro da l’anime lasse.
[118] Io sentia già da la man destra il gorgo
[126] che s’appressavan da diversi canti.
[131] per cento rote, e da lunge si pone
[136] si dileguò come da corda cocca.

18. Inferno • Canto XVIII

[14] e come a tai fortezze da’ lor sogli
[16] così da imo de la roccia scogli
[31] che da l’un lato tutti hanno la fronte
[33] da l’altra sponda vanno verso ’l monte.
[66] ruffian! qui non son femmine da conio».
[72] da quelle cerchie etterne ci partimmo.
[80] che venìa verso noi da l’altra banda,
[97] Con lui sen va chi da tal parte inganna;
[114] che da li uman privadi parea mosso.
[122] e se’ Alessio Interminei da Lucca:

19. Inferno • Canto XIX

[36] da lui saprai di sé e de’ suoi torti».
[91] Nostro Segnore in prima da san Pietro
[110] e da le diece corna ebbe argomento,
[113] e che altro è da voi a l’idolatre,
[117] che da te prese il primo ricco patre!».

20. Inferno • Canto XX

[13] ché da le reni era tornato ’l volto,
[71] da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
[90] per lo pantan ch’avea da tutte parti.
[95] prima che la mattia da Casalodi
[96] da Pinamonte inganno ricevesse.
[106] Allor mi disse: «Quel che da la gota

21. Inferno • Canto XXI

[13] chi ribatte da proda e chi da poppa;
[81] «sicuro già da tutti vostri schermi,
[99] da la sembianza lor ch’era non buona.

22. Inferno • Canto XXII

[63] saper da lui, prima ch’altri ’l disfaccia».
[67] poco è, da un che fu di là vicino.
[79] «Chi fu colui da cui mala partita
[119] ciascun da l’altra costa li occhi volse,
[146] quattro ne fé volar da l’altra costa
[150] ch’eran già cotti dentro da la crosta.

23. Inferno • Canto XXIII

[79] Forse ch’avrai da me quel che tu chiedi».
[105] nomati, e da tua terra insieme presi
[134] s’appressa un sasso che da la gran cerchia
[147] ond’ io da li ’ncarcati mi parti’

24. Inferno • Canto XXIV

[31] Non era via da vestito di cappa,
[34] E se non fosse che da quel precinto
[35] più che da l’altro era la costa corta,
[56] non basta da costoro esser partito.
[73] da l’altro cinghio e dismontiam lo muro;
[79] Noi discendemmo il ponte da la testa
[97] Ed ecco a un ch’era da nostra proda,
[141] se mai sarai di fuor da’ luoghi bui,

25. Inferno • Canto XXV

[4] Da indi in qua mi fuor le serpi amiche,
[15] non quel che cadde a Tebe giù da’ muri.
[22] Sovra le spalle, dietro da la coppa,
[64] come procede innanzi da l’ardore,
[120] per l’una parte e da l’altra il dipela,

26. Inferno • Canto XXVI

[8] tu sentirai, di qua da picciol tempo,
[11] Così foss’ ei, da che pur esser dee!
[58] e dentro da la lor fiamma si geme
[64] «S’ei posson dentro da quelle faville
[91] mi diparti’ da Circe, che sottrasse
[102] picciola da la qual non fui diserto.
[110] da la man destra mi lasciai Sibilia,
[111] da l’altra già m’avea lasciata Setta.
[131] lo lume era di sotto da la luna,

27. Inferno • Canto XXVII

[2] per non dir più, e già da noi sen gia
[41] l’aguglia da Polenta la si cova,
[46] E ’l mastin vecchio e ’l nuovo da Verrucchio,
[51] che muta parte da la state al verno.
[108] e dissi: “Padre, da che tu mi lavi

28. Inferno • Canto XXVIII

[17] ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo,
[73] rimembriti di Pier da Medicina,
[75] che da Vercelli a Marcabò dichina.
[76] E fa saper a’ due miglior da Fano,
[84] non da pirate, non da gente argolica.
[93] chi è colui da la veduta amara».

29. Inferno • Canto XXIX

[12] e altro è da veder che tu non vedi».
[23] lo tuo pensier da qui innanzi sovr’ ello.
[53] del lungo scoglio, pur da man sinistra;
[104] nel primo mondo da l’umane menti,
[109] «Io fui d’Arezzo, e Albero da Siena»,

30. Inferno • Canto XXX

[6] andar carcata da ciascuna mano,
[51] tronca da l’altro che l’uomo ha forcuto.

31. Inferno • Canto XXXI

[23] per le tenebre troppo da la lungi,
[32] e son nel pozzo intorno da la ripa
[33] da l’umbilico in giuso tutti quanti».

32. Inferno • Canto XXXII

[7] ché non è impresa da pigliare a gabbo
[9] né da lingua che chiami mamma o babbo.
[30] non avria pur da l’orlo fatto cricchi.
[38] da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo
[116] “Io vidi”, potrai dir, “quel da Duera
[124] Noi eravam partiti già da ello,

33. Inferno • Canto XXXIII

[22] Breve pertugio dentro da la Muda,
[33] s’avea messi dinanzi da la fronte.
[119] i’ son quel da le frutta del mal orto,
[131] da un demonio, che poscia il governa

34. Inferno • Canto XXXIV

[29] da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia;
[36] ben dee da lui procedere ogne lutto.
[51] sì che tre venti si movean da ello:
[55] Da ogne bocca dirompea co’ denti
[69] è da partir, ché tutto avem veduto».
[84] «conviensi dipartir da tanto male».
[105] da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».
[118] Qui è da man, quando di là è sera;
[121] Da questa parte cadde giù dal cielo;
[127] Luogo è là giù da Belzebù remoto

35. Purgatorio • Canto I

[28] Com’ io da loro sguardo fui partito,
[52] Poscia rispuose lui: «Da me non venni:
[55] Ma da ch’è tuo voler che più si spieghi
[87] «che quante grazie volse da me, fei.

36. Purgatorio • Canto II

[39] per che l’occhio da presso nol sostenne,
[43] Da poppa stava il celestial nocchiero,
[55] Da tutte parti saettava il giorno
[98] veramente da tre mesi elli ha tolto
[102] benignamente fu’ da lui ricolto.
[129] perch’ assaliti son da maggior cura;

37. Purgatorio • Canto III

[7] El mi parea da sé stesso rimorso:
[27] Napoli l’ha, e da Brandizio è tolto.
[52] «Or chi sa da qual man la costa cala»,
[58] da man sinistra m’apparì una gente
[63] se tu da te medesmo aver nol puoi».
[90] sì che l’ombra era da me a la grotta,
[98] che non sanza virtù che da ciel vegna
[138] star li convien da questa ripa in fore,

38. Purgatorio • Canto IV

[24] come da noi la schiera si partìne.
[42] che da mezzo quadrante a centro lista.
[48] che da quel lato il poggio tutto gira.
[57] che da sinistra n’eravam feriti.
[74] da l’un, quando a colui da l’altro fianco,
[120] da l’omero sinistro il carro mena?».
[131] di fuor da essa, quanto fece in vita,

39. Purgatorio • Canto V

[1] Io era già da quell’ ombre partito,
[5] lo raggio da sinistra a quel di sotto,
[17] sovra pensier, da sé dilunga il segno,
[77] quel da Esti il fé far, che m’avea in ira
[116] da Pratomagno al gran giogo coperse

40. Purgatorio • Canto VI

[9] e così da la calca si difende.
[12] e promettendo mi sciogliea da essa.
[13] Quiv’ era l’Aretin che da le braccia
[17] Federigo Novello, e quel da Pisa
[22] Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
[25] Come libero fui da tutte quante
[42] perché ’l priego da Dio era disgiunto.
[85] Cerca, misera, intorno da le prode
[95] per non esser corretta da li sproni,
[100] giusto giudicio da le stelle caggia

41. Purgatorio • Canto VII

[33] che fosser da l’umana colpa essenti;
[76] da l’erba e da li fior, dentr’ a quel seno
[123] quei che la dà, perché da lui si chiami.

42. Purgatorio • Canto VIII

[29] erano in veste, che da verdi penne
[70] quando sarai di là da le larghe onde,
[97] Da quella parte onde non ha riparo
[111] punto non fu da me guardare sciolta.

43. Purgatorio • Canto IX

[17] più da la carne e men da’ pensier presa,
[23] abbandonati i suoi da Ganimede,
[37] quando la madre da Chirón a Schiro
[40] che mi scoss’ io, sì come da la faccia
[117] e di sotto da quel trasse due chiavi.
[127] Da Pier le tegno; e dissemi ch’i’ erri

44. Purgatorio • Canto X

[22] Da la sua sponda, ove confina il vano,
[48] da quella parte onde ’l cuore ha la gente.
[50] di retro da Maria, da quella costa
[71] per avvisar da presso un’altra istoria,

45. Purgatorio • Canto XI

[5] da ogne creatura, com’ è degno
[8] ché noi ad essa non potem da noi,
[21] ma libera da lui che sì la sprona.
[33] da quei c’hanno al voler buona radice?
[40] mostrate da qual mano inver’ la scala
[48] non fur da cui venisser manifeste;
[93] se non è giunta da l’etati grosse!
[104] da te la carne, che se fossi morto

46. Purgatorio • Canto XII

[27] folgoreggiando scender, da l’un lato.
[29] celestïal giacer, da l’altra parte,
[107] quivi ben ratta da l’altro girone;
[113] da l’infernali! ché quivi per canti
[119] levata s’è da me, che nulla quasi
[128] con cosa in capo non da lor saputa,
[135] quel da le chiavi a me sovra le tempie:

47. Purgatorio • Canto XIII

[36] dicendo: ‘Amate da cui male aveste’.
[60] e tutti da la ripa eran sofferti.
[79] Virgilio mi venìa da quella banda
[81] perché da nulla sponda s’inghirlanda;
[82] da l’altra parte m’eran le divote

48. Purgatorio • Canto XIV

[38] da tutti come biscia, o per sventura
[48] e da lor disdegnosa torce il muso.
[69] da qual che parte il periglio l’assanni,
[79] Ma da che Dio in te vuol che traluca
[89] de la casa da Calboli, ove nullo
[104] quando rimembro, con Guido da Prata,
[118] Ben faranno i Pagan, da che ’l demonio
[122] è ’l nome tuo, da che più non s’aspetta
[136] Come da lei l’udir nostro ebbe triegua,

49. Purgatorio • Canto XV

[16] Come quando da l’acqua o da lo specchio
[22] così mi parve da luce rifratta
[63] di sé che se da pochi è posseduto?».
[74] più v’è da bene amare, e più vi s’ama,
[132] che da l’etterno fonte son diffuse.
[144] né da quello era loco da cansarsi.

50. Purgatorio • Canto XVI

[15] pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo».
[66] lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui.
[89] salvo che, mossa da lieto fattore,
[124] Currado da Palazzo e ’l buon Gherardo
[125] e Guido da Castel, che mei si noma,
[140] s’io nol togliessi da sua figlia Gaia.

51. Purgatorio • Canto XVII

[23] dentro da sé, che di fuor non venìa
[24] cosa che fosse allor da lei ricetta.
[48] che da ogne altro intento mi rimosse;
[56] via da ir sù ne drizza sanza prego,
[72] che le stelle apparivan da più lati.
[106] Or, perché mai non può da la salute
[108] da l’odio proprio son le cose tute;
[111] da quello odiare ogne effetto è deciso.

52. Purgatorio • Canto XVIII

[22] Vostra apprensiva da esser verace
[47] dir ti poss’ io; da indi in là t’aspetta
[50] è da matera ed è con lei unita,
[80] che ’l sole infiamma allor che quel da Roma
[89] subitamente da gente che dopo
[108] da voi per tepidezza in ben far messo,
[128] tant’ era già di là da noi trascorso;
[139] Poi quando fuor da noi tanto divise

53. Purgatorio • Canto XIX

[3] vinto da terra, e talor da Saturno
[18] da lei avrei mio intento rivolto.
[54] poco amendue da l’angel sormontati.
[60] vedesti come l’uom da lei si slega.
[113] da Dio anima fui, del tutto avara;
[143] buona da sé, pur che la nostra casa

54. Purgatorio • Canto XX

[9] da l’altra parte in fuor troppo s’approccia.
[122] dianzi non era io sol; ma qui da presso
[124] Noi eravam partiti già da esso,
[133] Poi cominciò da tutte parti un grido
[137] dicean, per quel ch’io da’ vicin compresi,

55. Purgatorio • Canto XXI

[43] Libero è qui da ogne alterazione:
[44] di quel che ’l ciel da sé in sé riceve

56. Purgatorio • Canto XXII

[13] onde da l’ora che tra noi discese
[35] troppo da me, e questa dismisura
[72] e progenïe scende da ciel nova’.
[117] liberi da saliri e da pareti;

57. Purgatorio • Canto XXIII

[24] che da l’ossa la pelle s’informava.
[76] E io a lui: «Forese, da quel dì
[133] lo vostro regno, che da sé lo sgombra».

58. Purgatorio • Canto XXIV

[3] sì come nave pinta da buon vento;
[11] dimmi s’io veggio da notar persona
[17] di nominar ciascun, da ch’è sì munta
[20] Bonagiunta da Lucca; e quella faccia
[21] di là da lui più che l’altre trapunta
[29] Ubaldin da la Pila e Bonifazio
[35] più d’un che d’altro, fei a quel da Lucca,
[62] non vede più da l’uno a l’altro stilo»;
[97] tal si partì da noi con maggior valchi;
[116] legno è più sù che fu morso da Eva,
[117] e questa pianta si levò da esso».
[129] seguite già da miseri guadagni.
[147] tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;

59. Purgatorio • Canto XXV

[38] da l’assetate vene, e si rimane
[65] da l’anima il possibile intelletto,
[66] perché da lui non vide organo assunto.
[80] solvesi da la carne, e in virtute
[114] che la reflette e via da lei sequestra;
[139] che la piaga da sezzo si ricuscia.

60. Purgatorio • Canto XXVI

[24] di morte intrato dentro da la rete».

61. Purgatorio • Canto XXVII

[4] e l’onde in Gange da nona rïarse,
[112] le tenebre fuggian da tutti lati,
[135] che qui la terra sol da sé produce.

62. Purgatorio • Canto XXVIII

[41] e cantando e scegliendo fior da fiore
[62] bagnate già da l’onde del bel fiume,
[67] Ella ridea da l’altra riva dritta,
[73] più odio da Leandro non sofferse
[75] che quel da me perch’ allor non s’aperse.
[97] Perché ’l turbar che sotto da sé fanno
[126] quant’ ella versa da due parti aperta.
[127] Da questa parte con virtù discende
[129] da l’altra d’ogne ben fatto la rende.
[130] Quinci Letè; così da l’altro lato

63. Purgatorio • Canto XXIX

[17] da tutte parti per la gran foresta,
[60] che foran vinte da novelle spose.
[70] Quand’ io da la mia riva ebbi tal posta,
[89] a rimpetto di me da l’altra sponda
[90] libere fuor da quelle genti elette,
[101] come li vide da la fredda parte
[105] Giovanni è meco e da lui si diparte.
[121] Tre donne in giro da la destra rota
[127] e or parëan da la bianca tratte,
[128] or da la rossa; e dal canto di questa
[130] Da la sinistra quattro facean festa,
[143] e di retro da tutti un vecchio solo
[150] che tutti ardesser di sopra da’ cigli.

64. Purgatorio • Canto XXX

[10] e un di loro, quasi da ciel messo,
[29] che da le mani angeliche saliva
[38] per occulta virtù che da lei mosse,
[87] soffiata e stretta da li venti schiavi,

65. Purgatorio • Canto XXXI

[9] che da li organi suoi fosse dischiusa.
[12] in te non sono ancor da l’acqua offense».
[17] da troppa tesa, la sua corda e l’arco,
[39] la colpa tua: da tal giudice sassi!
[62] ma dinanzi da li occhi d’i pennuti
[78] da loro aspersïon l’occhio comprese;

66. Purgatorio • Canto XXXII

[8] ver’ la sinistra mia da quelle dee,
[9] perch’ io udi’ da loro un «Troppo fiso!»;
[41] più quanto più è sù, fora da l’Indi
[78] da la qual furon maggior sonni rotti,
[111] da quel confine che più va remoto,
[117] vinta da l’onda, or da poggia, or da orza.
[136] Quel che rimase, come da gramigna
[137] vivace terra, da la piuma, offerta

67. Purgatorio • Canto XXXIII

[31] Ed ella a me: «Da tema e da vergogna
[52] Tu nota; e sì come da me son porte,
[79] E io: «Sì come cera da suggello,
[81] segnato è or da voi lo mio cervello.
[88] e veggi vostra via da la divina
[90] da terra il ciel che più alto festina».
[92] ch’i’ stranïasse me già mai da voi,
[117] da un principio e sé da sé lontana?».
[120] come fa chi da colpa si dislega,
[133] così, poi che da essa preso fui,
[137] da scrivere, i’ pur cantere’ in parte
[142] Io ritornai da la santissima onda

68. Paradiso • Canto I

[38] la lucerna del mondo; ma da quella
[130] così da questo corso si diparte
[135] l’atterra torto da falso piacere.

69. Paradiso • Canto II

[24] e vola e da la noce si dischiava,
[58] Ma dimmi quel che tu da te ne pensi».
[82] Questo non è: però è da vedere
[86] esser conviene un termine da onde
[94] Da questa instanza può deliberarti
[98] da te d’un modo, e l’altro, più rimosso,
[102] e torni a te da tutti ripercosso.
[117] da lui distratte e da lui contenute.
[119] le distinzion che dentro da sé hanno
[129] da’ beati motor convien che spiri;
[145] Da essa vien ciò che da luce a luce
[146] par differente, non da denso e raro;

70. Paradiso • Canto III

[33] da sé non lascia lor torcer li piedi».
[60] che vi trasmuta da’ primi concetti:
[68] da indi mi rispuose tanto lieta,
[95] per apprender da lei qual fu la tela
[110] da la mia destra parte e che s’accende
[129] sì che da prima il viso non sofferse;

71. Paradiso • Canto IV

[8] da li miei dubbi d’un modo sospinto,
[41] però che solo da sensato apprende
[57] con intenzion da non esser derisa.
[66] non ti poria menar da me altrove.
[97] e poi potesti da Piccarda udire

72. Paradiso • Canto V

[5] da perfetto veder, che, come apprende,
[98] qual mi fec’ io che pur da mia natura
[112] e per te vederai come da questi
[121] Così da un di quelli spirti pii
[122] detto mi fu; e da Beatrice: «Dì, dì

73. Paradiso • Canto VI

[35] di reverenza; e cominciò da l’ora
[43] Sai quel ch’el fé portato da li egregi
[58] E quel che fé da Varo infino a Reno,
[70] Da indi scese folgorando a Iuba;

74. Paradiso • Canto VII

[39] da via di verità e da sua vita.
[51] poscia vengiata fu da giusta corte.
[64] La divina bontà, che da sé sperne
[67] Ciò che da lei sanza mezzo distilla
[70] Ciò che da essa sanza mezzo piove
[86] nel seme suo, da queste dignitadi,
[102] da poter sodisfar per sé dischiuso.
[107] da l’operante, quanto più appresenta
[117] che s’elli avesse sol da sé dimesso;
[129] esser dovrien da corruzion sicure”.
[135] da creata virtù sono informati.

75. Paradiso • Canto VIII

[10] e da costei ond’ io principio piglio
[12] che ’l sol vagheggia or da coppa or da ciglio.
[63] da ove Tronto e Verde in mare sgorga.
[69] che riceve da Euro maggior briga,
[101] sono in la mente ch’è da sé perfetta,
[129] ma non distingue l’un da l’altro ostello.
[131] per seme da Iacòb; e vien Quirino
[132] da sì vil padre, che si rende a Marte.
[147] e fate re di tal ch’è da sermone;

76. Paradiso • Canto IX

[1] Da poi che Carlo tuo, bella Clemenza,
[11] che da sì fatto ben torcete i cuori,
[101] fu da Demofoonte, né Alcide
[118] Da questo cielo, in cui l’ombra s’appunta

77. Paradiso • Canto X

[12] tanto che mai da lei l’occhio non parte.
[13] Vedi come da indi si dirama
[40] Quant’ esser convenia da sé lucente
[79] donne mi parver, non da ballo sciolte,
[128] giuso in Cieldauro; ed essa da martiro
[129] e da essilio venne a questa pace.

78. Paradiso • Canto XI

[10] quando, da tutte queste cose sciolto,
[47] da Porta Sole; e di rietro le piange
[55] Non era ancor molto lontan da l’orto,
[92] ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
[98] fu per Onorio da l’Etterno Spiro
[107] da Cristo prese l’ultimo sigillo,
[128] e vagabunde più da esso vanno,

79. Paradiso • Canto XII

[77] trovato in terra da la sua nutrice,
[124] ma non fia da Casal né d’Acquasparta,
[128] da Bagnoregio, che ne’ grandi offici
[133] Ugo da San Vittore è qui con elli,

80. Paradiso • Canto XIII

[22] poi ch’è tanto di là da nostra usanza,
[40] e in quel che, forato da la lancia,
[45] da quel valor che l’uno e l’altro fece;
[57] da lui né da l’amor ch’a lor s’intrea,
[121] Vie più che ’ndarno da riva si parte,

81. Paradiso • Canto XIV

[19] Come, da più letizia pinti e tratti,
[31] tre volte era cantato da ciascuno
[36] forse qual fu da l’angelo a Maria,
[51] crescer lo raggio che da esso vene.
[56] fia vinto in apparenza da la carne
[75] di fuor da l’altre due circunferenze.
[97] Come distinta da minori e maggi
[120] a tal da cui la nota non è intesa,
[121] così da’ lumi che lì m’apparinno

82. Paradiso • Canto XV

[17] se non che da la parte ond’ e’ s’accende
[56] da quel ch’è primo, così come raia
[57] da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei;
[91] Poscia mi disse: «Quel da cui si dice
[97] Fiorenza dentro da la cerchia antica,
[113] di cuoio e d’osso, e venir da lo specchio
[145] Quivi fu’ io da quella gente turpa

83. Paradiso • Canto XVI

[34] dissemi: «Da quel dì che fu detto ‘Ave’
[42] da quei che corre il vostro annüal gioco.
[47] da poter arme tra Marte e ’l Batista,
[56] del villan d’Aguglion, di quel da Signa,
[122] disceso giù da Fiesole, e già era
[126] che si nomava da quei de la Pera.
[130] da esso ebbe milizia e privilegio;

84. Paradiso • Canto XVII

[5] e da Beatrice e da la santa lampa
[43] Da indi, sì come viene ad orecchia
[44] dolce armonia da organo, mi viene
[77] nascendo, sì da questa stella forte,
[104] dubitando, consiglio da persona

85. Paradiso • Canto XVIII

[15] libero fu da ogne altro disire,
[24] che da lui sia tutta l’anima tolta,
[110] ma esso guida, e da lui si rammenta

86. Paradiso • Canto XIX

[55] non pò da sua natura esser possente
[57] molto di là da quel che l’è parvente.
[61] che, ben che da la proda veggia il fondo,
[84] da dubitar sarebbe a maraviglia.
[86] La prima volontà, ch’è da sé buona,
[87] da sé, ch’è sommo ben, mai non si mosse.
[96] movea sospinte da tanti consigli.

87. Paradiso • Canto XX

[12] da mia memoria labili e caduci.
[95] da caldo amore e da viva speranza,
[118] L’altra, per grazia che da sì profonda
[125] da indi il puzzo più del paganesmo;
[128] che tu vedesti da la destra rota,
[131] è la radice tua da quelli aspetti
[139] Così da quella imagine divina,

88. Paradiso • Canto XXI

[3] e da ogne altro intento s’era tolto.
[96] che da ogne creata vista è scisso.
[129] prendendo il cibo da qualunque ostello.

89. Paradiso • Canto XXII

[9] e ciò che ci si fa vien da buon zelo?
[36] pur al pensier, da che sì ti riguarde.
[39] da la gente ingannata e mal disposta;
[45] da l’empio cólto che ’l mondo sedusse.
[74] da terra i piedi, e la regola mia
[111] che segue il Tauro e fui dentro da esso.
[153] tutta m’apparve da’ colli a le foci;

90. Paradiso • Canto XXIII

[36] è virtù da cui nulla si ripara.
[67] non è pareggio da picciola barca
[69] né da nocchier ch’a sé medesmo parca.
[83] folgorate di sù da raggi ardenti,
[129] che mai da me non si partì ’l diletto.

91. Paradiso • Canto XXIV

[30] da quella bella spera mi disleghe».
[59] comincia’ io, «da l’alto primipilo,
[76] E da questa credenza ci convene
[149] da indi abbraccia il servo, gratulando

92. Paradiso • Canto XXV

[22] così vid’ ïo l’un da l’altro grande
[70] Da molte stelle mi vien questa luce;

93. Paradiso • Canto XXVI

[66] quanto da lui a lor di bene è porto».
[78] che rifulgea da più di mille milia:
[82] E la mia donna: «Dentro da quei rai
[104] da te, la voglia tua discerno meglio
[139] Nel monte che si leva più da l’onda,
[141] da la prim’ ora a quella che seconda,

94. Paradiso • Canto XXVII

[18] silenzio posto avea da ogne parte,
[29] nube dipigne da sera e da mane,
[38] con voce tanto da sé trasmutata,
[48] parte da l’altra del popol cristiano;
[79] Da l’ora ch’ïo avea guardato prima
[82] sì ch’io vedea di là da Gade il varco
[92] da pigliare occhi, per aver la mente,
[108] quinci comincia come da sua meta;
[116] ma li altri son mensurati da questo,
[117] sì come diece da mezzo e da quinto;

95. Paradiso • Canto XXVIII

[14] li miei da ciò che pare in quel volume,
[36] in numero distante più da l’uno;
[41] forte sospeso, disse: «Da quel punto
[63] e intorno da esso t’assottiglia.
[81] Borea da quella guancia ond’ è più leno,
[133] Ma Gregorio da lui poi si divise;

96. Paradiso • Canto XXIX

[5] infin che l’uno e l’altro da quel cinto,
[41] da li scrittor de lo Spirito Santo,
[54] che mai da circüir non si diparte.
[57] da tutti i pesi del mondo costretto.
[59] a riconoscer sé da la bontate
[78] da essa, da cui nulla si nasconde:
[80] da novo obietto, e però non bisogna
[96] da’ predicanti e ’l Vangelio si tace.
[101] da sé: però a li Spani e a l’Indi

97. Paradiso • Canto XXX

[12] parendo inchiuso da quel ch’elli ’nchiude,
[20] non pur di là da noi, ma certo io credo
[22] Da questo passo vinto mi concedo
[23] più che già mai da punto di suo tema
[27] la mente mia da me medesmo scema.
[48] da l’atto l’occhio di più forti obietti,
[67] poi, come inebrïate da li odori,
[79] Non che da sé sian queste cose acerbe;
[80] ma è difetto da la parte tua,
[84] molto tardato da l’usanza sua,
[145] Ma poco poi sarà da Dio sofferto

98. Paradiso • Canto XXXI

[31] Se i barbari, venendo da tal plaga
[37] ïo, che al divino da l’umano,
[72] reflettendo da sé li etterni rai.
[73] Da quella regïon che più sù tona
[76] quanto lì da Beatrice la mia vista;
[83] dal tuo podere e da la tua bontate
[118] Io levai li occhi; e come da mattina

99. Paradiso • Canto XXXII

[5] quella ch’è tanto bella da’ suoi piedi
[8] siede Rachel di sotto da costei
[22] Da questa parte onde ’l fiore è maturo
[25] da l’altra parte onde sono intercisi
[33] sofferse, e poi l’inferno da due anni;
[57] ci si risponde da l’anello al dito;
[98] da tutte parti la beata corte,
[121] colui che da sinistra le s’aggiusta
[148] grazia da quella che puote aiutarti;

100. Paradiso • Canto XXXIII

[22] Or questi, che da l’infima lacuna
[40] Li occhi da Dio diletti e venerati,
[54] de l’alta luce che da sé è vera.
[55] Da quinci innanzi il mio veder fu maggio
[63] nel core il dolce che nacque da essa.
[68] da’ concetti mortali, a la mia mente
[78] se li occhi miei da lui fossero aversi.
[101] che volgersi da lei per altro aspetto
[118] e l’un da l’altro come iri da iri
[125] sola t’intendi, e da te intelletta
[129] da li occhi miei alquanto circunspetta,
[130] dentro da sé, del suo colore stesso,
[139] ma non eran da ciò le proprie penne:
[141] da un fulgore in che sua voglia venne.