Concordanze nella Divina Commedia di Dante (beta)

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1. Inferno • Canto I

[26] si volse a retro a rimirar lo passo
[56] e giugne ’l tempo che perder lo face,
[84] che m’ha fatto cercar lo tuo volume.
[85] Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore,
[87] lo bello stilo che m’ha fatto onore.
[96] ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide;
[110] fin che l’avrà rimessa ne lo ’nferno,
[112] Ond’ io per lo tuo me’ penso e discerno

2. Inferno • Canto II

[1] Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno
[22] la quale e ’l quale, a voler dir lo vero,
[23] fu stabilita per lo loco santo
[28] Andovvi poi lo Vas d’elezïone,
[47] sì che d’onrata impresa lo rivolve,
[83] de lo scender qua giuso in questo centro
[99] di te, e io a te lo raccomando—.
[142] intrai per lo cammino alto e silvestro.

3. Inferno • Canto III

[41] né lo profondo inferno li riceve,
[75] com’ i’ discerno per lo fioco lume».
[85] Non isperate mai veder lo cielo:
[124] e pronti sono a trapassar lo rio,
[131] tremò sì forte, che de lo spavento

4. Inferno • Canto IV

[6] per conoscer lo loco dov’ io fossi.
[11] tanto che, per ficcar lo viso a fondo,
[31] Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi
[43] Gran duol mi prese al cor quando lo ’ntesi,
[59] Israèl con lo padre e co’ suoi nati
[85] Lo buon maestro cominciò a dire:
[133] Tutti lo miran, tutti onor li fanno:

5. Inferno • Canto V

[22] Non impedir lo suo fatale andare:
[128] di Lancialotto come amor lo strinse;
[137] Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

6. Inferno • Canto VI

[32] de lo demonio Cerbero, che ’ntrona
[84] se ’l ciel li addolcia o lo ’nferno li attosca».

7. Inferno • Canto VII

[6] non ci torrà lo scender questa roccia».
[31] Così tornavan per lo cerchio tetro
[35] per lo suo mezzo cerchio a l’altra giostra.
[36] E io, ch’avea lo cor quasi compunto,
[58] Mal dare e mal tener lo mondo pulcro
[73] Colui lo cui saver tutto trascende,
[83] seguendo lo giudicio di costei,
[115] Lo buon maestro disse: «Figlio, or vedi

8. Inferno • Canto VIII

[20] disse lo mio segnore, «a questa volta:
[25] Lo duca mio discese ne la barca,
[41] per che ’l maestro accorto lo sospinse,
[43] Lo collo poi con le braccia mi cinse;
[67] Lo buon maestro disse: «Omai, figliuolo,
[85] va per lo regno de la morta gente?».
[106] Ma qui m’attendi, e lo spirito lasso
[110] lo dolce padre, e io rimagno in forse,

9. Inferno • Canto IX

[11] lo cominciar con l’altro che poi venne,
[55] «Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso;

10. Inferno • Canto X

[3] lo mio maestro, e io dopo le spalle.
[69] non fiere li occhi suoi lo dolce lume?».
[85] Ond’ io a lui: «Lo strazio e ’l grande scempio
[116] per ch’i’ pregai lo spirto più avaccio
[134] lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo

11. Inferno • Canto XI

[9] lo qual trasse Fotin de la via dritta’.
[10] «Lo nostro scender conviene esser tardo,
[39] lo giron primo per diverse schiere.
[49] e però lo minor giron suggella
[56] pur lo vinco d’amor che fa natura;
[77] disse, «lo ’ngegno tuo da quel che sòle?
[99] come natura lo suo corso prende
[107] lo Genesì dal principio, convene

12. Inferno • Canto XII

[1] Era lo loco ov’ a scender la riva
[16] Lo savio mio inver’ lui gridò: «Forse
[25] vid’ io lo Minotauro far cotale;
[28] Così prendemmo via giù per lo scarco
[30] sotto i miei piedi per lo novo carco.
[42] sentisse amor, per lo qual è chi creda
[64] Lo mio maestro disse: «La risposta
[120] lo cor che ’n su Tamisi ancor si cola».
[128] lo bulicame che sempre si scema»,
[131] lo fondo suo, infin ch’el si raggiunge

13. Inferno • Canto XIII

[140] siete a veder lo strazio disonesto

14. Inferno • Canto XIV

[5] lo secondo giron dal terzo, e dove
[13] Lo spazzo era una rena arida e spessa,
[34] per ch’ei provide a scalpitar lo suolo
[35] con le sue schiere, acciò che lo vapore
[39] sotto focile, a doppiar lo dolore.
[47] lo ’ncendio e giace dispettoso e torto,
[78] lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
[82] Lo fondo suo e ambo le pendici
[87] lo cui sogliare a nessuno è negato,
[120] tu lo vedrai, però qui non si conta».

15. Inferno • Canto XV

[6] fanno lo schermo perché ’l mar si fuggia;
[12] qual che si fosse, lo maestro félli.
[24] per lo lembo e gridò: «Qual maraviglia!».
[26] ficcaï li occhi per lo cotto aspetto,
[97] Lo mio maestro allora in su la gota

16. Inferno • Canto XVI

[33] così sicuro per lo ’nferno freghi.
[61] Lascio lo fele e vo per dolci pomi
[62] promessi a me per lo verace duca;
[91] Io lo seguiva, e poco eravam iti,
[112] Ond’ ei si volse inver’ lo destro lato,

17. Inferno • Canto XVII

[4] Sì cominciò lo mio duca a parlarmi;
[14] lo dosso e ’l petto e ambedue le coste
[22] lo bivero s’assetta a far sua guerra,
[28] Lo duca disse: «Or convien che si torca
[32] e diece passi femmo in su lo stremo,
[65] segnato avea lo suo sacchetto bianco,
[98] le rote larghe, e lo scender sia poco;
[121] Allor fu’ io più timido a lo stoscio,
[125] lo scendere e ’l girar per li gran mali

18. Inferno • Canto XVIII

[29] l’anno del giubileo, su per lo ponte
[34] Di qua, di là, su per lo sasso tetro
[52] Ed elli a me: «Mal volontier lo dico;
[75] lo duca disse: «Attienti, e fa che feggia
[76] lo viso in te di quest’ altri mal nati,
[100] Già eravam là ’ve lo stretto calle
[109] Lo fondo è cupo sì, che non ci basta
[111] de l’arco, ove lo scoglio più sovrasta.
[127] Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe»,

19. Inferno • Canto XIX

[8] montati de lo scoglio in quella parte
[13] Io vidi per le coste e per lo fondo
[43] Lo buon maestro ancor de la sua anca
[50] lo perfido assessin, che, poi ch’è fitto,
[54] Di parecchi anni mi mentì lo scritto.
[56] per lo qual non temesti tòrre a ’nganno
[64] Per che lo spirto tutti storse i piedi;
[100] E se non fosse ch’ancor lo mi vieta
[123] lo suon de le parole vere espresse.
[131] soave per lo scoglio sconcio ed erto

20. Inferno • Canto XX

[5] a riguardar ne lo scoperto fondo,
[7] e vidi gente per lo vallon tondo
[21] com’ io potea tener lo viso asciutto,
[24] le natiche bagnava per lo fesso.
[48] lo Carrarese che di sotto alberga,
[60] questa gran tempo per lo mondo gio.
[90] per lo pantan ch’avea da tutte parti.
[114] ben lo sai tu che la sai tutta quanta.
[119] ch’avere inteso al cuoio e a lo spago

21. Inferno • Canto XXI

[23] lo duca mio, dicendo «Guarda, guarda!»,
[30] correndo su per lo scoglio venire.
[43] Là giù ’l buttò, e per lo scoglio duro
[45] con tanta fretta a seguitar lo furo.
[58] Lo buon maestro «Acciò che non si paia

22. Inferno • Canto XXII

[41] li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi!»,
[44] che tu sappi chi è lo sciagurato
[46] Lo duca mio li s’accostò allato;
[60] e disse: «State in là, mentr’ io lo ’nforco».
[64] Lo duca dunque: «Or dì: de li altri rii
[98] ricominciò lo spaürato appresso,
[121] Lo Navarrese ben suo tempo colse;
[142] Lo caldo sghermitor sùbito fue;

23. Inferno • Canto XXIII

[5] lo mio pensier per la presente rissa,
[37] Lo duca mio di sùbito mi prese,
[70] ma per lo peso quella gente stanca
[117] porre un uom per lo popolo a’ martìri.
[139] Lo duca stette un poco a testa china;

24. Inferno • Canto XXIV

[7] lo villanello a cui la roba manca,
[16] Così mi fece sbigottir lo mastro
[18] e così tosto al mal giunse lo ’mpiastro;
[20] lo duca a me si volse con quel piglio
[39] lo sito di ciascuna valle porta
[61] Su per lo scoglio prendemmo la via,
[71] non poteano ire al fondo per lo scuro;
[73] da l’altro cinghio e dismontiam lo muro;
[77] se non lo far; ché la dimanda onesta
[121] Lo duca il domandò poi chi ello era;

25. Inferno • Canto XXV

[13] Per tutt’ i cerchi de lo ’nferno scuri
[25] Lo mio maestro disse: «Questi è Caco,
[29] per lo furto che frodolente fece
[65] per lo papiro suso, un color bruno
[88] Lo trafitto ’l mirò, ma nulla disse;
[99] converte poetando, io non lo ’nvidio;
[116] diventaron lo membro che l’uom cela,

26. Inferno • Canto XXVI

[3] e per lo ’nferno tuo nome si spande!
[17] tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
[18] lo piè sanza la man non si spedia.
[21] e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio,
[85] Lo maggior corno de la fiamma antica
[96] lo qual dovea Penelopè far lieta,
[131] lo lume era di sotto da la luna,

27. Inferno • Canto XXVII

[85] Lo principe d’i novi Farisei,
[103] Lo ciel poss’ io serrare e diserrare,
[134] su per lo scoglio infino in su l’altr’ arco

28. Inferno • Canto XXVIII

[5] per lo nostro sermone e per la mente
[43] Ma tu chi se’ che ’n su lo scoglio muse,
[50] per lo ’nferno qua giù di giro in giro;
[63] indi a partirsi in terra lo distese.
[74] se mai torni a veder lo dolce piano
[112] Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
[142] Così s’osserva in me lo contrapasso».

29. Inferno • Canto XXIX

[3] che de lo stare a piangere eran vaghe.
[11] lo tempo è poco omai che n’è concesso,
[15] forse m’avresti ancor lo star dimesso».
[17] lo duca, già faccendo la risposta,
[23] lo tuo pensier da qui innanzi sovr’ ello.
[38] che de lo scoglio l’altra valle mostra,
[55] giù ver’ lo fondo, la ’ve la ministra
[69] si trasmutava per lo tristo calle.
[96] e di mostrar lo ’nferno a lui intendo».
[97] Allor si ruppe lo comun rincalzo;
[100] Lo buon maestro a me tutto s’accolse,

30. Inferno • Canto XXX

[84] io sarei messo già per lo sentiero,
[107] lo muover per le membra che son gravi,
[128] e per leccar lo specchio di Narcisso,

31. Inferno • Canto XXXI

[35] lo sguardo a poco a poco raffigura
[77] questi è Nembrotto per lo cui mal coto
[89] dal collo in giù, sì che ’n su lo scoperto
[98] che de lo smisurato Brïareo
[126] però ti china e non torcer lo grifo.

32. Inferno • Canto XXXII

[73] E mentre ch’andavamo inver’ lo mezzo
[85] Lo duca stette, e io dissi a colui
[97] Allor lo presi per la cuticagna

33. Inferno • Canto XXXIII

[25] m’avea mostrato per lo suo forame
[35] lo padre e ’ figli, e con l’agute scane
[58] ambo le man per lo dolor mi morsi;
[65] lo dì e l’altro stemmo tutti muti;
[94] Lo pianto stesso lì pianger non lascia,
[134] e forse pare ancor lo corpo suso

34. Inferno • Canto XXXIV

[8] poi per lo vento mi ristrinsi retro
[23] nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo,
[28] Lo ’mperador del doloroso regno
[78] lo duca, con fatica e con angoscia,
[85] Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso
[133] Lo duca e io per quel cammino ascoso

35. Purgatorio • Canto I

[12] lo colpo tal, che disperar perdono.
[19] Lo bel pianeto che d’amar conforta
[49] Lo duca mio allor mi diè di piglio,
[81] per lo suo amore adunque a noi ti piega.
[107] lo sol vi mosterrà, che surge omai,
[118] Noi andavam per lo solingo piano

36. Purgatorio • Canto II

[2] lo cui meridïan cerchio coverchia
[16] cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia,
[17] un lume per lo mar venir sì ratto,
[20] l’occhio per domandar lo duca mio,
[25] Lo mio maestro ancor non facea motto,
[56] lo sol, ch’avea con le saette conte
[66] che lo salire omai ne parrà gioco».
[68] per lo spirare, ch’i’ era ancor vivo,
[78] che mosse me a far lo somigliante.
[97] ché di giusto voler lo suo si face:
[115] Lo mio maestro e io e quella gente
[122] Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
[131] lasciar lo canto, e fuggir ver’ la costa,

37. Purgatorio • Canto III

[13] lo ’ntento rallargò, sì come vaga,
[16] Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio,
[26] lo corpo dentro al quale io facea ombra;
[84] semplici e quete, e lo ’mperché non sanno;

38. Purgatorio • Canto IV

[16] lo sole, e io non m’era accorto, quando
[23] lo duca mio, e io appresso, soli,
[32] e d’ogne lato ne stringea lo stremo,
[40] Lo sommo er’ alto che vincea la vista,
[75] se lo ’ntelletto tuo ben chiaro bada».
[126] o pur lo modo usato t’ha’ ripriso?».

39. Purgatorio • Canto V

[5] lo raggio da sinistra a quel di sotto,
[26] per lo mio corpo al trapassar d’i raggi,
[113] con lo ’ntelletto, e mosse il fummo e ’l vento
[122] ver’ lo fiume real tanto veloce
[124] Lo corpo mio gelato in su la foce
[128] voltòmmi per le ripe e per lo fondo,

40. Purgatorio • Canto VI

[18] che fé parer lo buon Marzucco forte.
[45] che lume fia tra ’l vero e lo ’ntelletto.
[80] sol per lo dolce suon de la sua terra,
[105] che ’l giardin de lo ’mperio sia diserto.
[133] Molti rifiutan lo comune incarco;

41. Purgatorio • Canto VII

[8] lo ciel perdei che per non aver fé».
[116] lo giovanetto che retro a lui siede,

42. Purgatorio • Canto VIII

[3] lo dì c’han detto ai dolci amici addio;
[4] e che lo novo peregrin d’amore
[39] per lo serpente che verrà vie via».
[69] lo suo primo perché, che non lì è guado,
[87] sì come rota più presso a lo stelo.

43. Purgatorio • Canto IX

[32] e sì lo ’ncendio imaginato cosse,
[68] vide me ’l duca mio, su per lo balzo
[81] tal ne la faccia ch’io non lo soffersi;
[94] Là ne venimmo; e lo scaglion primaio
[99] crepata per lo lungo e per traverso.
[100] Lo terzo, che di sopra s’ammassiccia,

44. Purgatorio • Canto X

[14] tanto che pria lo scemo de la luna
[56] lo carro e ’ buoi, traendo l’arca santa,
[99] e per lo fabbro loro a veder care,

45. Purgatorio • Canto XI

[16] E come noi lo mal ch’avem sofferto
[18] benigno, e non guardar lo nostro merto.
[43] ché questi che vien meco, per lo ’ncarco
[86] mentre ch’io vissi, per lo gran disio
[95] tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,

46. Purgatorio • Canto XII

[15] veder lo letto de le piante tue».
[30] grave a la terra per lo mortal gelo.
[49] Mostrava ancor lo duro pavimento
[51] parer lo sventurato addornamento.
[83] sì che i diletti lo ’nvïarci in suso;
[117] che per lo pian non mi parea davanti.

47. Purgatorio • Canto XIII

[3] lo monte che salendo altrui dismala.
[17] per lo novo cammin, tu ne conduci»,
[40] Lo fren vuol esser del contrario suono;
[65] non pur per lo sonar de le parole,
[76] Ben sapev’ ei che volea dir lo muto;
[102] lo mento a guisa d’orbo in sù levava.
[124] Pace volli con Dio in su lo stremo
[126] lo mio dover per penitenza scemo,
[138] che già lo ’ncarco di là giù mi pesa».

48. Purgatorio • Canto XIV

[6] e dolcemente, sì che parli, acco’lo».
[11] nel corpo ancora inver’ lo ciel ten vai,
[22] «Se ben lo ’ntendimento tuo accarno
[23] con lo ’ntelletto», allora mi rispuose
[66] ne lo stato primaio non si rinselva».
[73] Lo dir de l’una e de l’altra la vista
[76] per che lo spirto che di pria parlòmi
[91] E non pur lo suo sangue è fatto brullo,
[123] chi far lo possa, tralignando, scuro.

49. Purgatorio • Canto XV

[11] a lo splendore assai più che di prima,
[16] Come quando da l’acqua o da lo specchio
[17] salta lo raggio a l’opposita parte,
[18] salendo su per lo modo parecchio
[26] schermar lo viso tanto che mi vaglia»,
[40] Lo mio maestro e io soli amendue
[44] «Che volse dir lo spirto di Romagna,
[91] Ecco, dolenti, lo tuo padre e io
[118] Lo duca mio, che mi potea vedere
[131] d’aprir lo core a l’acque de la pace
[139] Noi andavam per lo vespero, attenti

50. Purgatorio • Canto XVI

[27] partissi ancor lo tempo per calendi?».
[58] Lo mondo è ben così tutto diserto
[66] lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui.
[73] Lo cielo i vostri movimenti inizia;
[114] ch’ogn’ erba si conosce per lo seme.
[142] Vedi l’albor che per lo fummo raia

51. Purgatorio • Canto XVII

[9] lo sole in pria, che già nel corcar era.
[18] per sé o per voler che giù lo scorge.
[94] Lo naturale è sempre sanza errore,

52. Purgatorio • Canto XVIII

[6] lo troppo dimandar ch’io fo li grava’.
[17] de lo ’ntelletto, e fieti manifesto
[55] Però, là onde vegna lo ’ntelletto
[59] di far lo mele; e questa prima voglia
[74] per lo libero arbitrio, e però guarda
[119] sotto lo ’mperio del buon Barbarossa,

53. Purgatorio • Canto XIX

[12] così lo sguardo mio le facea scorta
[14] in poco d’ora, e lo smarrito volto,
[63] lo rege etterno con le rote magne».
[66] per lo disio del pasto che là il tira,
[102] lo titol del mio sangue fa sua cima.
[122] lo nostro amore, onde operar perdési,

54. Purgatorio • Canto XX

[38] s’io ritorno a compiér lo cammin corto
[86] veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
[98] de lo Spirito Santo e che ti fece
[111] di Iosüè qui par ch’ancor lo morda.
[128] tremar lo monte; onde mi prese un gelo
[138] onde intender lo grido si poteo.

55. Purgatorio • Canto XXI

[71] spiriti per lo monte render lode

56. Purgatorio • Canto XXII

[14] nel limbo de lo ’nferno Giovenale,
[54] per lo contrario suo m’è incontrato».
[98] Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai:
[121] quando il mio duca: «Io credo ch’a lo stremo
[148] Lo secol primo, quant’ oro fu bello,
[154] quanto per lo Vangelio v’è aperto».

57. Purgatorio • Canto XXIII

[4] lo più che padre mi dicea: «Figliuole,
[68] l’odor ch’esce del pomo e de lo sprazzo
[86] a ber lo dolce assenzo d’i martìri
[131] e addita’lo; «e quest’ altro è quell’ ombra
[133] lo vostro regno, che da sé lo sgombra».

58. Purgatorio • Canto XXIV

[95] lo cavalier di schiera che cavalchi,

59. Purgatorio • Canto XXV

[3] lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio:
[12] d’abbandonar lo nido, e giù la cala;
[17] lo dolce padre mio, ma disse: «Scocca
[26] guizza dentro a lo specchio vostra image,
[48] per lo perfetto loco onde si preme;
[70] lo motor primo a lui si volge lieto
[99] segue lo spirto sua forma novella.
[105] che per lo monte aver sentiti puoi.
[118] Lo duca mio dicea: «Per questo loco

60. Purgatorio • Canto XXVI

[28] ché per lo mezzo del cammino acceso
[68] lo montanaro, e rimirando ammuta,
[72] lo qual ne li alti cuor tosto s’attuta,
[93] per ben dolermi prima ch’a lo stremo».
[102] né, per lo foco, in là più m’appressai.
[134] che presso avea, disparve per lo foco,
[144] e vei jausen lo joi qu’esper, denan.

61. Purgatorio • Canto XXVII

[2] là dove il suo fattor lo sangue sparse,
[14] per ch’io divenni tal, quando lo ’ntesi,
[51] tant’ era ivi lo ’ncendio sanza metro.
[52] Lo dolce padre mio, per confortarmi,
[61] «Lo sol sen va», soggiunse, «e vien la sera;
[84] guardando perché fiera non lo sperga;
[103] Per piacermi a lo specchio, qui m’addorno;
[108] lei lo vedere, e me l’ovrare appaga».
[131] lo tuo piacere omai prendi per duce;
[133] Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce;

62. Purgatorio • Canto XXVIII

[6] su per lo suol che d’ogne parte auliva.
[91] Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace,

63. Purgatorio • Canto XXIX

[6] qual di veder, qual di fuggir lo sole,
[106] Lo spazio dentro a lor quattro contenne

64. Purgatorio • Canto XXX

[34] E lo spirito mio, che già cotanto
[86] per lo dosso d’Italia si congela,
[96] avesser: ‘Donna, perché sì lo stempre?’,
[97] lo gel che m’era intorno al cor ristretto,
[135] lo rivocai: sì poco a lui ne calse!

65. Purgatorio • Canto XXXI

[21] e la voce allentò per lo suo varco.
[23] che ti menavano ad amar lo bene
[55] Ben ti dovevi, per lo primo strale
[99] che nol so rimembrar, non ch’io lo scriva.
[121] Come in lo specchio il sol, non altrimenti

66. Purgatorio • Canto XXXII

[5] di non caler—così lo santo riso
[17] lo glorïoso essercito, e tornarsi
[61] Io non lo ’ntesi, né qui non si canta
[91] E se più fu lo suo parlar diffuso,
[132] che per lo carro sù la coda fisse;

67. Purgatorio • Canto XXXIII

[17] lo decimo suo passo in terra posto,
[48] perch’ a lor modo lo ’ntelletto attuia;
[64] Dorme lo ’ngegno tuo, se non estima
[73] Ma perch’ io veggio te ne lo ’ntelletto
[81] segnato è or da voi lo mio cervello.
[138] lo dolce ber che mai non m’avria sazio;
[141] non mi lascia più ir lo fren de l’arte.

68. Paradiso • Canto I

[113] per lo gran mar de l’essere, e ciascuna
[137] lo tuo salir, se non come d’un rivo
[142] Quinci rivolse inver’ lo cielo il viso.

69. Paradiso • Canto II

[33] quasi adamante che lo sol ferisse.
[48] lo qual dal mortal mondo m’ha remoto.
[77] lo grasso e ’l magro un corpo, così questo
[81] lo lume come in altro raro ingesto.
[84] falsificato fia lo tuo parere.
[87] lo suo contrario più passar non lassi;
[90] lo qual di retro a sé piombo nasconde.
[92] ivi lo raggio più che in altre parti,
[115] Lo ciel seguente, c’ha tante vedute,
[126] sì che poi sappi sol tener lo guado.
[127] Lo moto e la virtù d’i santi giri,
[143] la virtù mista per lo corpo luce
[148] conforme a sua bontà, lo turbo e ’l chiaro».

70. Paradiso • Canto III

[27] poi sopra ’l vero ancor lo piè non fida,
[53] son nel piacer de lo Spirito Santo,
[84] com’ a lo re che ’n suo voler ne ’nvoglia.

71. Paradiso • Canto IV

[125] nostro intelletto, se ’l ver non lo illustra

72. Paradiso • Canto V

[19] «Lo maggior don che Dio per sua larghezza
[36] che par contra lo ver ch’i’ t’ho scoverto,
[42] sanza lo ritenere, avere inteso.
[88] Lo suo tacere e ’l trasmutar sembiante
[102] per modo che lo stimin lor pastura,

73. Paradiso • Canto VI

[5] ne lo stremo d’Europa si ritenne,
[56] redur lo mondo a suo modo sereno,
[64] Inver’ la Spagna rivolse lo stuolo,
[84] per lo regno mortal ch’a lui soggiace,
[108] ch’a più alto leon trasser lo vello.
[142] assai lo loda, e più lo loderebbe».

74. Paradiso • Canto VII

[141] lo raggio e ’l moto de le luci sante;

75. Paradiso • Canto VIII

[1] Solea creder lo mondo in suo periclo
[96] terrai lo viso come tien lo dosso.
[97] Lo ben che tutto il regno che tu scandi

76. Paradiso • Canto IX

[69] qual fin balasso in che lo sol percuota.
[90] parte lo Genovese dal Toscano.

77. Paradiso • Canto X

[3] lo primo e ineffabile Valore
[28] Lo ministro maggior de la natura,
[29] che del valor del ciel lo mondo imprenta
[43] Perch’ io lo ’ngegno e l’arte e l’uso chiami,
[62] che lo splendor de li occhi suoi ridenti
[83] lo raggio de la grazia, onde s’accende
[102] girando su per lo beato serto.
[127] Lo corpo ond’ ella fu cacciata giace
[141] a mattinar lo sposo perché l’ami,

78. Paradiso • Canto XI

[13] Poi che ciascuno fu tornato ne lo
[24] lo dicer mio, ch’al tuo sentir si sterna,
[31] però che andasse ver’ lo suo diletto
[84] dietro a lo sposo, sì la sposa piace.

79. Paradiso • Canto XII

[17] per lo patto che Dio con Noè puose,
[40] quando lo ’mperador che sempre regna
[45] lo popol disvïato si raccorse.
[51] lo sol talvolta ad ogne uom si nasconde,
[82] Non per lo mondo, per cui mo s’affanna
[95] licenza di combatter per lo seme
[135] lo qual giù luce in dodici libelli;

80. Paradiso • Canto XIII

[5] lo ciel avvivan di tanto sereno
[11] che si comincia in punta de lo stelo
[48] lo ben che ne la quinta luce è chiuso.
[105] in che lo stral di mia intenzion percuote;
[123] chi pesca per lo vero e non ha l’arte.
[134] lo prun mostrarsi rigido e feroce,
[137] correr lo mar per tutto suo cammino,

81. Paradiso • Canto XIV

[27] lo refrigerio de l’etterna ploia.
[51] crescer lo raggio che da esso vene.
[71] comincian per lo ciel nove parvenze,
[103] Qui vince la memoria mia lo ’ngegno;
[115] moversi per lo raggio onde si lista

82. Paradiso • Canto XV

[35] tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo
[38] giunse lo spirto al suo principio cose,
[39] ch’io non lo ’ntesi, sì parlò profondo;
[45] inver’ lo segno del nostro intelletto,
[62] di questa vita miran ne lo speglio
[113] di cuoio e d’osso, e venir da lo specchio
[139] Poi seguitai lo ’mperador Currado;
[147] lo cui amor molt’ anime deturpa;

83. Paradiso • Canto XVI

[9] lo tempo va dintorno con le force.
[28] Come s’avviva a lo spirar d’i venti
[55] che averle dentro e sostener lo puzzo
[105] e Galli e quei ch’arrossan per lo staio.
[106] Lo ceppo di che nacquero i Calfucci
[137] per lo giusto disdegno che v’ha morti

84. Paradiso • Canto XVII

[20] su per lo monte che l’anime cura
[57] che l’arco de lo essilio pria saetta.
[59] lo pane altrui, e come è duro calle
[60] lo scendere e ’l salir per l’altrui scale.
[70] Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello
[107] lo tempo verso me, per colpo darmi
[112] Giù per lo mondo sanza fine amaro,
[113] e per lo monte del cui bel cacume
[115] e poscia per lo ciel, di lume in lume,

85. Paradiso • Canto XVIII

[3] lo mio, temprando col dolce l’acerbo;
[14] che, rimirando lei, lo mio affetto
[44] due ne seguì lo mio attento sguardo,
[68] per lo candor de la temprata stella
[71] lo sfavillar de l’amor che lì era
[129] lo pan che ’l pïo Padre a nessun serra.

86. Paradiso • Canto XIX

[10] ch’io vidi e anche udi’ parlar lo rostro,
[41] a lo stremo del mondo, e dentro ad esso
[60] com’ occhio per lo mare, entro s’interna;
[101] de lo Spirito Santo ancor nel segno
[122] che fa lo Scotto e l’Inghilese folle,

87. Paradiso • Canto XX

[4] lo ciel, che sol di lui prima s’accende,
[27] su per lo collo, come fosse bugio.
[29] per lo suo becco in forma di parole,
[38] fu il cantor de lo Spirito Santo,
[42] per lo remunerar ch’è altrettanto.
[65] lo ciel del giusto rege, e al sembiante
[80] lì quasi vetro a lo color ch’el veste,
[86] lo benedetto segno mi rispuose
[106] Ché l’una de lo ’nferno, u’ non si riede
[143] fa seguitar lo guizzo de la corda,
[144] in che più di piacer lo canto acquista,

88. Paradiso • Canto XXI

[34] E come, per lo natural costume,
[94] però che sì s’innoltra ne lo abisso
[128] de lo Spirito Santo, magri e scalzi,
[142] né io lo ’ntesi, sì mi vinse il tuono.

89. Paradiso • Canto XXII

[11] e io ridendo, mo pensar lo puoi,
[41] lo nome di colui che ’n terra addusse
[107] trïunfo per lo quale io piango spesso

90. Paradiso • Canto XXIII

[5] e per trovar lo cibo onde li pasca,
[18] lo ciel venir più e più rischiarando;
[27] che dipingon lo ciel per tutti i seni,
[48] se’ fatto a sostener lo riso mio».
[62] convien saltar lo sacrato poema,
[90] l’animo ad avvisar lo maggior foco;
[112] Lo real manto di tutti i volumi
[134] che s’acquistò piangendo ne lo essilio

91. Paradiso • Canto XXIV

[25] Però salta la penna e non lo scrivo:
[29] divota, per lo tuo ardente affetto
[32] a la mia donna dirizzò lo spiro,
[39] per la qual tu su per lo mare andavi.
[92] de lo Spirito Santo, ch’è diffusa
[126] ver’ lo sepulcro più giovani piedi»,

92. Paradiso • Canto XXV

[41] lo nostro Imperadore, anzi la morte,
[76] Tu mi stillasti, con lo stillar suo,
[89] pongon lo segno, ed esso lo mi addita,
[106] così vid’ io lo schiarato splendore
[119] di vedere eclissar lo sole un poco,

93. Paradiso • Canto XXVI

[1] Mentr’ io dubbiava per lo viso spento,
[2] de la fulgida fiamma che lo spense
[11] regïon ti conduce, ha ne lo sguardo
[16] Lo ben che fa contenta questa corte,
[56] che posson far lo cor volgere a Dio,
[68] risonò per lo cielo, e la mia donna
[71] per lo spirto visivo che ricorre
[72] a lo splendor che va di gonna in gonna,
[73] e lo svegliato ciò che vede aborre,
[99] per lo seguir che face a lui la ’nvoglia;
[128] per lo piacere uman che rinovella

94. Paradiso • Canto XXVII

[1] ‘Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo’,
[6] intrava per l’udire e per lo viso.
[28] Di quel color che per lo sole avverso
[45] sparser lo sangue dopo molto fleto.
[64] e tu, figliuol, che per lo mortal pondo
[73] Lo viso mio seguiva i suoi sembianti,
[74] e seguì fin che ’l mezzo, per lo molto,
[95] ver’ lo piacer divin che mi refulse,
[97] E la virtù che lo sguardo m’indulse,

95. Paradiso • Canto XXVIII

[4] come in lo specchio fiamma di doppiero
[18] chiuder conviensi per lo forte acume;

96. Paradiso • Canto XXIX

[21] lo discorrer di Dio sovra quest’ acque.
[41] da li scrittor de lo Spirito Santo,
[108] e non le scusa non veder lo danno.

97. Paradiso • Canto XXX

[26] così lo rimembrar del dolce riso
[101] lo creatore a quella creatura

98. Paradiso • Canto XXXI

[21] impediva la vista e lo splendore:
[65] Ond’ elli: «A terminar lo tuo disiro
[98] ché veder lui t’acconcerà lo sguardo
[99] più al montar per lo raggio divino.
[122] con li occhi, vidi parte ne lo stremo
[138] lo minimo tentar di sua delizia.

99. Paradiso • Canto XXXII

[19] perché, secondo lo sguardo che fée
[61] Lo rege per cui questo regno pausa
[122] è il padre per lo cui ardito gusto
[144] quant’ è possibil per lo suo fulgore.
[150] sì che dal dicer mio lo cor non parti».

100. Paradiso • Canto XXXIII

[8] per lo cui caldo ne l’etterna pace
[29] più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi
[53] e più e più intrava per lo raggio
[83] ficcar lo viso per la luce etterna,
[134] per misurar lo cerchio, e non ritrova,