Concordanze nella Divina Commedia di Dante (beta)

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1. Inferno • Canto I

[10] Io non so ben ridir com’ i’ v’intrai,
[27] che non lasciò già mai persona viva.
[34] e non mi si partia dinanzi al volto,
[44] ma non sì che paura non mi desse
[67] Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,
[77] perché non sali il dilettoso monte
[95] non lascia altrui passar per la sua via,
[98] che mai non empie la bramosa voglia,
[103] Questi non ciberà terra né peltro,
[126] non vuol che ’n sua città per me si vegna.
[131] per quello Dio che tu non conoscesti,

2. Inferno • Canto II

[6] che ritrarrà la mente che non erra.
[19] non pare indegno ad omo d’intelletto;
[32] Io non Enëa, io non Paulo sono;
[35] temo che la venuta non sia folle.
[36] Se’ savio; intendi me’ ch’i’ non ragiono».
[61] l’amico mio, e non de la ventura,
[64] e temo che non sia già sì smarrito,
[81] più non t’è uo’ ch’aprirmi il tuo talento.
[82] Ma dimmi la cagion che non ti guardi
[87] “perch’ i’ non temo di venir qua entro.
[90] de l’altre no, ché non son paurose.
[92] che la vostra miseria non mi tange,
[93] né fiamma d’esto ’ncendio non m’assale.
[104] ché non soccorri quei che t’amò tanto,
[106] Non odi tu la pieta del suo pianto,
[107] non vedi tu la morte che ’l combatte
[108] su la fiumana ove ’l mar non ha vanto?—.
[109] Al mondo non fur mai persone ratte
[123] perché ardire e franchezza non hai,

3. Inferno • Canto III

[7] Dinanzi a me non fuor cose create
[8] se non etterne, e io etterno duro.
[38] de li angeli che non furon ribelli
[40] Caccianli i ciel per non esser men belli,
[46] Questi non hanno speranza di morte,
[49] Fama di loro il mondo esser non lassa;
[51] non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
[56] di gente, ch’i’ non averei creduto
[64] Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
[85] Non isperate mai veder lo cielo:
[90] Ma poi che vide ch’io non mi partiva,
[92] verrai a piaggia, non qui, per passare:
[94] E ’l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
[96] ciò che si vuole, e più non dimandare».
[108] ch’attende ciascun uom che Dio non teme.
[127] Quinci non passa mai anima buona;

4. Inferno • Canto IV

[12] io non vi discernea alcuna cosa.
[26] non avea pianto mai che di sospiri
[31] Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi
[34] ch’ei non peccaro; e s’elli hanno mercedi,
[35] non basta, perché non ebber battesmo,
[38] non adorar debitamente a Dio:
[40] Per tai difetti, non per altro rio,
[63] spiriti umani non eran salvati».
[64] Non lasciavam l’andar perch’ ei dicessi,
[67] Non era lunga ancor la nostra via
[71] ma non sì ch’io non discernessi in parte
[145] Io non posso ritrar di tutti a pieno,
[151] E vegno in parte ove non è che luca.

5. Inferno • Canto V

[20] non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!».
[22] Non impedir lo suo fatale andare:
[96] ciò che si vuole, e più non dimandare».
[31] La bufera infernal, che mai non resta,
[45] non che di posa, ma di minor pena.
[105] che, come vedi, ancor non m’abbandona.
[135] questi, che mai da me non fia diviso,
[138] quel giorno più non vi leggemmo avante».

6. Inferno • Canto VI

[9] regola e qualità mai non l’è nova.
[24] non avea membro che tenesse fermo.
[45] sì che non par ch’i’ ti vedessi mai.
[55] E io anima trista non son sola,
[57] per simil colpa». E più non fé parola.
[73] Giusti son due, e non vi sono intesi;
[90] più non ti dico e più non ti rispondo».
[94] E ’l duca disse a me: «Più non si desta
[110] in vera perfezion già mai non vada,
[113] parlando più assai ch’i’ non ridico;

7. Inferno • Canto VII

[4] disse per confortarmi: «Non ti noccia
[6] non ci torrà lo scender questa roccia».
[10] Non è sanza cagion l’andare al cupo:
[46] Questi fuor cherci, che non han coperchio
[60] qual ella sia, parole non ci appulcro.
[66] non poterebbe farne posare una».
[85] Vostro saver non ha contasto a lei:
[88] Le sue permutazion non hanno triegue:
[94] ma ella s’è beata e ciò non ode:
[112] Queste si percotean non pur con mano,

8. Inferno • Canto VIII

[13] Corda non pinse mai da sé saetta
[21] più non ci avrai che sol passando il loto».
[30] de l’acqua più che non suol con altrui.
[34] E io a lui: «S’i’ vegno, non rimango;
[47] bontà non è che sua memoria fregi:
[64] Quivi il lasciammo, che più non ne narro;
[79] Non sanza prima far grande aggirata,
[96] ché non credetti ritornarci mai.
[100] non mi lasciar», diss’ io, «così disfatto;
[104] mi disse: «Non temer; ché ’l nostro passo
[105] non ci può tòrre alcun: da tal n’è dato.
[108] ch’i’ non ti lascerò nel mondo basso».
[112] Udir non potti quello ch’a lor porse;
[113] ma ei non stette là con essi guari,
[122] non sbigottir, ch’io vincerò la prova,
[124] Questa lor tracotanza non è nova;

9. Inferno • Canto IX

[8] cominciò el, «se non . . . Tal ne s’offerse.
[15] forse a peggior sentenzia che non tenne.
[33] u’ non potemo intrare omai sanz’ ira».
[34] E altro disse, ma non l’ho a mente;
[54] «mal non vengiammo in Tesëo l’assalto».
[59] mi volse, e non si tenne a le mie mani,
[60] che con le sue ancor non mi chiudessi.
[67] non altrimenti fatto che d’un vento
[90] l’aperse, che non v’ebbe alcun ritegno.
[95] a cui non puote il fin mai esser mozzo,
[101] e non fé motto a noi, ma fé sembiante
[120] che ferro più non chiede verun’ arte.
[129] più che non credi son le tombe carche.

10. Inferno • Canto X

[19] E io: «Buon duca, non tegno riposto
[20] a te mio cuor se non per dicer poco,
[21] e tu m’hai non pur mo a ciò disposto».
[44] non gliel celai, ma tutto gliel’ apersi;
[51] ma i vostri non appreser ben quell’ arte».
[60] mio figlio ov’ è? e perché non è teco?».
[61] E io a lui: «Da me stesso non vegno:
[68] dicesti “elli ebbe”? non viv’ elli ancora?
[69] non fiere li occhi suoi lo dolce lume?».
[72] supin ricadde e più non parve fora.
[74] restato m’era, non mutò aspetto,
[79] Ma non cinquanta volte fia raccesa
[89] «A ciò non fu’ io sol», disse, «né certo
[104] nostro intelletto; e s’altri non ci apporta,

11. Inferno • Canto XI

[14] dissi lui, «trova che ’l tempo non passi
[54] e in quel che fidanza non imborsa.
[73] perché non dentro da la città roggia
[75] e se non li ha, perché sono a tal foggia?».
[79] Non ti rimembra di quelle parole
[81] le tre disposizion che ’l ciel non vole,
[93] che, non men che saver, dubbiar m’aggrata.
[98] nota, non pure in una sola parte,
[102] tu troverai, non dopo molte carte,

12. Inferno • Canto XII

[19] Pàrtiti, bestia, ché questi non vene
[24] che gir non sa, ma qua e là saltella,
[36] questa roccia non era ancor cascata.
[63] Ditel costinci; se non, l’arco tiro».
[82] Così non soglion far li piè d’i morti».
[87] necessità ’l ci ’nduce, e non diletto.
[90] non è ladron, né io anima fuia.
[96] ché non è spirto che per l’aere vada».

13. Inferno • Canto XIII

[1] Non era ancor di là Nesso arrivato,
[4] Non fronda verde, ma di color fosco;
[5] non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti;
[6] non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.
[7] Non han sì aspri sterpi né sì folti
[23] e non vedea persona che ’l facesse;
[36] non hai tu spirto di pietade alcuno?
[49] non averebbe in te la man distesa;
[56] ch’i’ non posso tacere; e voi non gravi
[65] di Cesare non torse li occhi putti,
[74] vi giuro che già mai non ruppi fede
[80] disse ’l poeta a me, «non perder l’ora;
[84] ch’i’ non potrei, tanta pietà m’accora».
[97] Cade in la selva, e non l’è parte scelta;
[104] ma non però ch’alcuna sen rivesta,
[105] ché non è giusto aver ciò ch’om si toglie.
[120] gridava: «Lano, sì non furo accorte
[146] e se non fosse che ’n sul passo d’Arno

14. Inferno • Canto XIV

[14] non d’altra foggia fatta che colei
[46] chi è quel grande che non par che curi
[48] sì che la pioggia non par che ’l marturi?».
[60] non ne potrebbe aver vendetta allegra».
[62] tanto, ch’i’ non l’avea sì forte udito:
[63] «O Capaneo, in ciò che non s’ammorza
[73] Or mi vien dietro, e guarda che non metti,
[88] cosa non fu da li tuoi occhi scorta
[118] infin, là ove più non si dismonta,
[120] tu lo vedrai, però qui non si conta».
[127] non se’ ancor per tutto ’l cerchio vòlto;
[129] non de’ addur maraviglia al tuo volto».
[141] li margini fan via, che non son arsi,

15. Inferno • Canto XV

[14] tanto, ch’i’ non avrei visto dov’ era,
[27] sì che ’l viso abbrusciato non difese
[31] E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia
[43] Io non osava scender de la strada
[56] non puoi fallire a glorïoso porto,
[58] e s’io non fossi sì per tempo morto,
[74] di lor medesme, e non tocchin la pianta,
[80] rispuos’ io lui, «voi non sareste ancora
[92] pur che mia coscïenza non mi garra,
[94] Non è nuova a li orecchi miei tal arra:
[116] più lungo esser non può, però ch’i’ veggio
[118] Gente vien con la quale esser non deggio.
[120] nel qual io vivo ancora, e più non cheggio».
[124] quelli che vince, non colui che perde.

16. Inferno • Canto XVI

[16] E se non fosse il foco che saetta
[36] fu di grado maggior che tu non credi:
[52] Poi cominciai: «Non dispetto, ma doglia
[88] Un amen non saria possuto dirsi
[119] presso a color che non veggion pur l’ovra,
[129] s’elle non sien di lunga grazia vòte,

17. Inferno • Canto XVII

[9] ma ’n su la riva non trasse la coda.
[17] non fer mai drappi Tartari né Turchi,
[49] non altrimenti fan di state i cani
[54] non ne conobbi alcun; ma io m’accorsi
[84] sì che la coda non possa far male».
[92] sì volli dir, ma la voce non venne
[106] Maggior paura non credo che fosse
[116] rota e discende, ma non me n’accorgo
[117] se non che al viso e di sotto mi venta.

18. Inferno • Canto XVIII

[42] «Già di veder costui non son digiuno».
[49] se le fazion che porti non son false,
[58] E non pur io qui piango bolognese;
[60] che tante lingue non son ora apprese
[66] ruffian! qui non son femmine da conio».
[77] ai quali ancor non vedesti la faccia
[84] e per dolor non par lagrime spanda:
[109] Lo fondo è cupo sì, che non ci basta
[117] che non parëa s’era laico o cherco.
[126] ond’ io non ebbi mai la lingua stucca».

19. Inferno • Canto XIX

[16] Non mi parean men ampi né maggiori
[19] l’un de li quali, ancor non è molt’ anni,
[38] tu se’ segnore, e sai ch’i’ non mi parto
[44] non mi dipuose, sì mi giunse al rotto
[56] per lo qual non temesti tòrre a ’nganno
[59] per non intender ciò ch’è lor risposto,
[60] quasi scornati, e risponder non sanno.
[62] “Non son colui, non son colui che credi”»;
[81] ch’el non starà piantato coi piè rossi:
[88] Io non so s’i’ mi fui qui troppo folle,
[93] Certo non chiese se non “Viemmi retro”.
[100] E se non fosse ch’ancor lo mi vieta
[114] se non ch’elli uno, e voi ne orate cento?
[116] non la tua conversion, ma quella dote

20. Inferno • Canto XX

[35] E non restò di ruinare a valle
[51] e ’l mar non li era la veduta tronca.
[53] che tu non vedi, con le trecce sciolte,
[74] ciò che ’n grembo a Benaco star non può,
[77] non più Benaco, ma Mencio si chiama
[79] Non molto ha corso, ch’el trova una lama,
[128] ben ten de’ ricordar, ché non ti nocque

21. Inferno • Canto XXI

[2] che la mia comedìa cantar non cura,
[9] a rimpalmare i legni lor non sani,
[10] ché navicar non ponno—in quella vece
[16] tal, non per foco ma per divin’ arte,
[19] I’ vedea lei, ma non vedëa in essa
[28] che, per veder, non indugia ’l partire:
[44] si volse; e mai non fu mastino sciolto
[48] gridar: «Qui non ha loco il Santo Volto!
[50] Però, se tu non vuo’ di nostri graffi,
[51] non far sopra la pegola soverchio».
[55] Non altrimenti i cuoci a’ lor vassalli
[57] la carne con li uncin, perché non galli.
[58] Lo buon maestro «Acciò che non si paia
[62] non temer tu, ch’i’ ho le cose conte,
[87] e disse a li altri: «Omai non sia feruto».
[98] lungo ’l mio duca, e non torceva li occhi
[99] da la sembianza lor ch’era non buona.
[107] iscoglio non si può, però che giace
[117] gite con lor, che non saranno rei».
[129] se tu sa’ ir; ch’i’ per me non la cheggio.
[131] non vedi tu ch’e’ digrignan li denti
[133] Ed elli a me: «Non vo’ che tu paventi;

22. Inferno • Canto XXII

[24] e nascondea in men che non balena.
[69] ch’i’ non temerei unghia né uncino!».
[87] barattier fu non picciol, ma sovrano.
[90] le lingue lor non si sentono stanche.
[93] non s’apparecchi a grattarmi la tigna».
[101] sì ch’ei non teman de le lor vendette;
[112] Alichin non si tenne e, di rintoppo
[114] io non ti verrò dietro di gualoppo,
[128] non potero avanzar; quelli andò sotto,
[130] non altrimenti l’anitra di botto,

23. Inferno • Canto XXIII

[7] ché più non si pareggia ‘mo’ e ‘issa’
[21] quand’ io dissi: «Maestro, se non celi
[26] l’imagine di fuor tua non trarrei
[34] Già non compié di tal consiglio rendere,
[36] non molto lungi, per volerne prendere.
[40] che prende il figlio e fugge e non s’arresta,
[46] Non corse mai sì tosto acqua per doccia
[51] come suo figlio, non come compagno.
[54] sovresso noi; ma non lì era sospetto:
[93] dir chi tu se’ non avere in dispregio».
[110] ma più non dissi, ch’a l’occhio mi corse
[128] «Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci
[133] Rispuose adunque: «Più che tu non speri

24. Inferno • Canto XXIV

[11] come ’l tapin che non sa che si faccia;
[31] Non era via da vestito di cappa,
[34] E se non fosse che da quel precinto
[36] non so di lui, ma io sarei ben vinto.
[44] quand’ io fui sù, ch’i’ non potea più oltre,
[48] in fama non si vien, né sotto coltre;
[54] se col suo grave corpo non s’accascia.
[56] non basta da costoro esser partito.
[59] meglio di lena ch’i’ non mi sentia,
[64] Parlando andava per non parer fievole;
[67] Non so che disse, ancor che sovra ’l dosso
[71] non poteano ire al fondo per lo scuro;
[74] ché, com’ i’ odo quinci e non intendo,
[76] «Altra risposta», disse, «non ti rendo
[77] se non lo far; ché la dimanda onesta
[85] Più non si vanti Libia con sua rena;
[109] erba né biado in sua vita non pasce,
[112] E qual è quel che cade, e non sa como,
[124] Vita bestial mi piacque e non umana,
[127] E ïo al duca: «Dilli che non mucci,
[130] E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse,
[136] Io non posso negar quel che tu chiedi;
[140] Ma perché di tal vista tu non godi,

25. Inferno • Canto XXV

[6] come dicesse ‘Non vo’ che più diche’;
[9] che non potea con esse dare un crollo.
[10] Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi
[11] d’incenerarti sì che più non duri,
[14] non vidi spirto in Dio tanto superbo,
[15] non quel che cadde a Tebe giù da’ muri.
[16] El si fuggì che non parlò più verbo;
[19] Maremma non cred’ io che tante n’abbia,
[28] Non va co’ suoi fratei per un cammino,
[33] gliene diè cento, e non sentì le diece».
[37] se non quando gridar: «Chi siete voi?»;
[40] Io non li conoscea; ma ei seguette,
[47] ciò ch’io dirò, non sarà maraviglia,
[58] Ellera abbarbicata mai non fue
[66] che non è nero ancora e ’l bianco more.
[69] Vedi che già non se’ né due né uno».
[75] divenner membra che non fuor mai viste.
[99] converte poetando, io non lo ’nvidio;
[101] non trasmutò sì ch’amendue le forme
[108] non facea segno alcun che si paresse.
[122] non torcendo però le lucerne empie,
[127] ciò che non corse in dietro e si ritenne
[147] non poter quei fuggirsi tanto chiusi,
[148] ch’i’ non scorgessi ben Puccio Sciancato;
[150] che venner prima, non era mutato;

26. Inferno • Canto XXVI

[6] e tu in grande orranza non ne sali.
[9] di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.
[10] E se già fosse, non saria per tempo.
[18] lo piè sanza la man non si spedia.
[21] e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio,
[22] perché non corra che virtù nol guidi;
[44] sì che s’io non avessi un ronchion preso,
[67] che non mi facci de l’attender niego
[83] non vi movete; ma l’un di voi dica
[102] picciola da la qual non fui diserto.
[109] acciò che l’uom più oltre non si metta;
[116] non vogliate negar l’esperïenza,
[119] fatti non foste a viver come bruti,
[129] che non surgëa fuor del marin suolo.
[135] quanto veduta non avëa alcuna.

27. Inferno • Canto XXVII

[2] per non dir più, e già da noi sen gia
[13] così, per non aver via né forame
[21] dicendo “Istra ten va, più non t’adizzo”,
[23] non t’incresca restare a parlar meco;
[24] vedi che non incresce a me, e ardo!
[37] Romagna tua non è, e non fu mai,
[56] non esser duro più ch’altri sia stato,
[65] non tornò vivo alcun, s’i’ odo il vero,
[70] se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!,
[75] non furon leonine, ma di volpe.
[87] e non con Saracin né con Giudei,
[100] E’ poi ridisse: “Tuo cuor non sospetti;
[105] che ’l mio antecessor non ebbe care”.
[114] li disse: “Non portar: non mi far torto.
[118] ch’assolver non si può chi non si pente,
[123] tu non pensavi ch’io löico fossi!”.

28. Inferno • Canto XXVIII

[12] come Livïo scrive, che non erra,
[23] com’ io vidi un, così non si pertugia,
[57] s’ello non vuol qui tosto seguitarmi,
[59] non rechi la vittoria al Noarese,
[60] ch’altrimenti acquistar non saria leve».
[66] e non avea mai ch’una orecchia sola,
[70] e disse: «O tu cui colpa non condanna
[72] se troppa simiglianza non m’inganna,
[78] che, se l’antiveder qui non è vano,
[83] non vide mai sì gran fallo Nettuno,
[84] non da pirate, non da gente argolica.
[90] non sarà lor mestier voto né preco».
[96] gridando: «Questi è desso, e non favella.
[115] se non che coscïenza m’assicura,
[137] Achitofèl non fé più d’Absalone

29. Inferno • Canto XXIX

[7] Tu non hai fatto sì a l’altre bolge;
[12] e altro è da veder che tu non vedi».
[22] Allor disse ’l maestro: «Non si franga
[30] che non guardasti in là, sì fu partito».
[32] che non li è vendicata ancor», diss’ io,
[58] Non credo ch’a veder maggior tristizia
[72] che non potean levar le lor persone.
[76] e non vidi già mai menare stregghia
[81] del pizzicor, che non ha più soccorso;
[103] «Se la vostra memoria non s’imboli
[108] di palesarvi a me non vi spaventi».
[111] ma quel per ch’io mori’ qui non mi mena.
[120] dannò Minòs, a cui fallar non lece».
[123] Certo non la francesca sì d’assai!».

30. Inferno • Canto XXX

[24] non punger bestie, nonché membra umane,
[34] «Oh», diss’ io lui, «se l’altro non ti ficchi
[35] li denti a dosso, non ti sia fatica
[54] che ’l viso non risponde a la ventraia,
[59] e non so io perché, nel mondo gramo»,
[67] sempre mi stanno innanzi, e non indarno,
[78] per Fonte Branda non darei la vista.
[87] e men d’un mezzo di traverso non ci ha.
[94] «Qui li trovai—e poi volta non dierno—»,
[96] e non credo che dieno in sempiterno.
[105] col braccio suo, che non parve men duro,
[110] al fuoco, non l’avei tu così presto;
[113] ma tu non fosti sì ver testimonio
[129] non vorresti a ’nvitar molte parole».
[132] che per poco che teco non mi risso!».
[138] sì che quel ch’è, come non fosse, agogna,
[139] tal mi fec’ io, non possendo parlare,
[143] disse ’l maestro, «che ’l tuo non è stato;

31. Inferno • Canto XXXI

[18] non sonò sì terribilmente Orlando.
[31] sappi che non son torri, ma giganti,
[53] non si pente, chi guarda sottilmente,
[69] cui non si convenia più dolci salmi.
[78] pur un linguaggio nel mondo non s’usa.
[79] Lasciànlo stare e non parliamo a vòto;
[86] non so io dir, ma el tenea soccinto
[96] le braccia ch’el menò, già mai non move».
[106] Non fu tremoto già tanto rubesto,
[110] e non v’era mestier più che la dotta,
[111] s’io non avessi viste le ritorte.
[122] mettine giù, e non ten vegna schifo,
[124] Non ci fare ire a Tizio né a Tifo:
[126] però ti china e non torcer lo grifo.

32. Inferno • Canto XXXII

[5] più pienamente; ma perch’ io non l’abbo,
[6] non sanza tema a dicer mi conduco;
[7] ché non è impresa da pigliare a gabbo
[12] sì che dal fatto il dir non sia diverso.
[20] va sì, che tu non calchi con le piante
[24] avea di vetro e non d’acqua sembiante.
[25] Non fece al corso suo sì grosso velo
[30] non avria pur da l’orlo fatto cricchi.
[49] Con legno legno spranga mai non cinse
[59] potrai cercare, e non troverai ombra
[61] non quelli a cui fu rotto il petto e l’ombra
[63] non Focaccia; non questi che m’ingombra
[64] col capo sì, ch’i’ non veggio oltre più,
[67] E perché non mi metti in più sermoni,
[77] non so; ma, passeggiando tra le teste,
[80] se tu non vieni a crescer la vendetta
[95] Lèvati quinci e non mi dar più lagna,
[99] o che capel qui sù non ti rimagna».
[107] non ti basta sonar con le mascelle,
[108] se tu non latri? qual diavol ti tocca?».
[109] «Omai», diss’ io, «non vo’ che più favelle,
[113] ma non tacer, se tu di qua entro eschi,
[130] non altrimenti Tidëo si rose
[139] se quella con ch’io parlo non si secca».

33. Inferno • Canto XXXIII

[10] Io non so chi tu se’ né per che modo
[18] e poscia morto, dir non è mestieri;
[19] però quel che non puoi avere inteso,
[30] per che i Pisan veder Lucca non ponno.
[40] Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli
[42] e se non piangi, di che pianger suoli?
[49] Io non piangëa, sì dentro impetrai:
[52] Perciò non lagrimai né rispuos’ io
[64] Queta’mi allor per non farli più tristi;
[66] ahi dura terra, perché non t’apristi?
[69] dicendo: “Padre mio, ché non m’aiuti?”.
[87] non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.
[93] non volta in giù, ma tutta riversata.
[94] Lo pianto stesso lì pianger non lascia,
[105] non è qua giù ogne vapore spento?».
[116] dimmi chi se’, e s’io non ti disbrigo,
[140] ché Branca Doria non morì unquanche,
[144] non era ancora giunto Michel Zanche,
[149] aprimi li occhi». E io non gliel’ apersi;
[153] perché non siete voi del mondo spersi?

34. Inferno • Canto XXXIV

[9] al duca mio, ché non lì era altra grotta.
[23] nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo,
[25] Io non mori’ e non rimasi vivo;
[31] che i giganti non fan con le sue braccia:
[48] vele di mar non vid’ io mai cotali.
[49] Non avean penne, ma di vispistrello
[66] vedi come si storce, e non fa motto!;
[92] la gente grossa il pensi, che non vede
[97] Non era camminata di palagio
[129] che non per vista, ma per suono è noto

35. Purgatorio • Canto I

[24] non viste mai fuor ch’a la prima gente.
[33] che più non dee a padre alcun figliuolo.
[52] Poscia rispuose lui: «Da me non venni:
[57] esser non puote il mio che a te si nieghi.
[58] Questi non vide mai l’ultima sera;
[62] per lui campare; e non lì era altra via
[73] Tu ’l sai, ché non ti fu per lei amara
[76] Non son li editti etterni per noi guasti,
[77] ché questi vive e Minòs me non lega;
[89] più muover non mi può, per quella legge
[92] come tu di’, non c’è mestier lusinghe:
[97] ché non si converria, l’occhio sorpriso
[105] però ch’a le percosse non seconda.
[106] Poscia non sia di qua vostra reddita;
[131] che mai non vide navicar sue acque

36. Purgatorio • Canto II

[23] un non sapeva che bianco, e di sotto
[25] Lo mio maestro ancor non facea motto,
[32] sì che remo non vuol, né altro velo
[36] che non si mutan come mortal pelo».
[105] qual verso Acheronte non si cala».
[106] E io: «Se nuova legge non ti toglie
[123] ch’esser non lascia a voi Dio manifesto».

37. Purgatorio • Canto III

[24] «non credi tu me teco e ch’io ti guidi?
[29] non ti maravigliar più che d’i cieli
[30] che l’uno a l’altro raggio non ingombra.
[33] che, come fa, non vuol ch’a noi si sveli.
[39] mestier non era parturir Maria;
[45] e più non disse, e rimase turbato.
[60] e non pareva, sì venïan lente.
[84] semplici e quete, e lo ’mperché non sanno;
[93] non sappiendo ’l perché, fenno altrettanto.
[97] Non vi maravigliate, ma credete
[98] che non sanza virtù che da ciel vegna
[133] Per lor maladizion sì non si perde,
[134] che non possa tornar, l’etterno amore,
[141] più corto per buon prieghi non diventa.

38. Purgatorio • Canto IV

[9] vassene ’l tempo e l’uom non se n’avvede;
[16] lo sole, e io non m’era accorto, quando
[22] che non era la calla onde salìne
[45] com’ io rimango sol, se non restai».
[66] se non uscisse fuor del cammin vecchio.
[72] che mal non seppe carreggiar Fetòn,
[77] non vid’ io chiaro sì com’ io discerno
[87] più che salir non posson li occhi miei».
[96] Più non rispondo, e questo so per vero».
[117] non m’impedì l’andare a lui; e poscia
[123] poi cominciai: «Belacqua, a me non dole
[128] ché non mi lascerebbe ire a’ martìri
[133] se orazïone in prima non m’aita
[135] l’altra che val, che ’n ciel non è udita?».

39. Purgatorio • Canto V

[4] una gridò: «Ve’ che non par che luca
[14] sta come torre ferma, che non crolla
[19] Che potea io ridir, se non «Io vegno»?
[25] Quando s’accorser ch’i’ non dava loco
[37] Vapori accesi non vid’ io sì tosto
[40] che color non tornasser suso in meno;
[51] deh, perché vai? deh, perché non t’arresti?
[59] non riconosco alcun; ma s’a voi piace
[66] pur che ’l voler nonpossa non ricida.
[78] assai più là che dritto non volea.
[89] Giovanna o altri non ha di me cura;
[93] che non si seppe mai tua sepultura?».
[120] di lei ciò che la terra non sofferse;

40. Purgatorio • Canto VI

[7] el non s’arresta, e questo e quello intende;
[8] a cui porge la man, più non fa pressa;
[21] com’ e’ dicea, non per colpa commisa;
[24] sì che però non sia di peggior greggia.
[33] o non m’è ’l detto tuo ben manifesto?».
[35] e la speranza di costor non falla,
[37] ché cima di giudicio non s’avvalla
[41] non s’ammendava, per pregar, difetto,
[44] non ti fermar, se quella nol ti dice
[46] Non so se ’ntendi: io dico di Beatrice;
[50] ché già non m’affatico come dianzi,
[54] ma ’l fatto è d’altra forma che non stanzi.
[57] sì che ’ suoi raggi tu romper non fai.
[64] Ella non ci dicëa alcuna cosa,
[69] e quella non rispuose al suo dimando,
[78] non donna di province, ma bordello!
[82] e ora in te non stanno sanza guerra
[95] per non esser corretta da li sproni,
[114] «Cesare mio, perché non m’accompagne?».
[128] di questa digression che non ti tocca,
[131] per non venir sanza consiglio a l’arco;
[144] non giugne quel che tu d’ottobre fili.
[150] che non può trovar posa in su le piume,

41. Purgatorio • Canto VII

[8] lo ciel perdei che per non aver fé».
[12] che crede e non, dicendo «Ella è . . . non è . . . »,
[25] Non per far, ma per non fare ho perduto
[28] Luogo è là giù non tristo di martìri,
[30] non suonan come guai, ma son sospiri.
[35] virtù non si vestiro, e sanza vizio
[40] Rispuose: «Loco certo non c’è posto;
[44] e andar sù di notte non si puote;
[48] e non sanza diletto ti fier note».
[51] d’altrui, o non sarria ché non potesse?».
[54] non varcheresti dopo ’l sol partito:
[55] non però ch’altra cosa desse briga,
[79] Non avea pur natura ivi dipinto,
[84] che per la valle non parean di fuori.
[87] «tra color non vogliate ch’io vi guidi.
[93] e che non move bocca a li altrui canti,
[118] che non si puote dir de l’altre rede;
[125] non men ch’a l’altro, Pier, che con lui canta,

42. Purgatorio • Canto VIII

[12] come dicesse a Dio: ‘D’altro non calme’.
[40] Ond’ io, che non sapeva per qual calle,
[50] ma non sì che tra li occhi suoi e ’ miei
[51] non dichiarisse ciò che pria serrava.
[54] quando ti vidi non esser tra ’ rei!
[69] lo suo primo perché, che non lì è guado,
[73] Non credo che la sua madre più m’ami,
[78] se l’occhio o ’l tatto spesso non l’accende.
[79] Non le farà sì bella sepultura
[97] Da quella parte onde non ha riparo
[103] Io non vidi, e però dicer non posso,
[111] punto non fu da me guardare sciolta.
[119] non son l’antico, ma di lui discesi;
[122] già mai non fui; ma dove si dimora
[123] per tutta Europa ch’ei non sien palesi?
[126] sì che ne sa chi non vi fu ancora;
[128] che vostra gente onrata non si sfregia
[133] Ed elli: «Or va; che ’l sol non si ricorca
[139] se corso di giudicio non s’arresta».

43. Purgatorio • Canto IX

[34] Non altrimenti Achille si riscosse,
[36] e non sappiendo là dove si fosse,
[46] «Non aver tema», disse il mio segnore;
[48] non stringer, ma rallarga ogne vigore.
[72] non ti maravigliar s’io la rincalzo.
[78] e un portier ch’ancor non facea motto.
[81] tal ne la faccia ch’io non lo soffersi;
[87] Guardate che ’l venir sù non vi nòi».
[122] che non si volga dritta per la toppa»,
[123] diss’ elli a noi, «non s’apre questa calla.
[136] non rugghiò sì né si mostrò sì acra

44. Purgatorio • Canto X

[28] Là sù non eran mossi i piè nostri anco,
[32] d’intagli sì, che non pur Policleto,
[39] che non sembiava imagine che tace.
[46] «Non tener pur ad un loco la mente»,
[57] per che si teme officio non commesso.
[88] «se tu non torni?»; ed ei: «Chi fia dov’ io,
[94] Colui che mai non vide cosa nova
[96] novello a noi perché qui non si trova.
[105] volgendosi ver’ lui non furon lenti.
[106] Non vo’ però, lettor, che tu ti smaghi
[109] Non attender la forma del martìre:
[111] oltre la gran sentenza non può ire.
[113] muovere a noi, non mi sembian persone,
[114] e non so che, sì nel veder vaneggio».
[124] non v’accorgete voi che noi siam vermi
[133] la qual fa del non ver vera rancura
[139] piangendo parea dicer: ‘Più non posso’.

45. Purgatorio • Canto XI

[2] non circunscritto, ma per più amore
[8] ché noi ad essa non potem da noi,
[9] s’ella non vien, con tutto nostro ingegno.
[18] benigno, e non guardar lo nostro merto.
[20] non spermentar con l’antico avversaro,
[23] già non si fa per noi, ché non bisogna,
[48] non fur da cui venisser manifeste;
[52] E s’io non fossi impedito dal sasso
[55] cotesti, ch’ancor vive e non si noma,
[60] non so se ’l nome suo già mai fu vosco.
[63] che, non pensando a la comune madre,
[67] Io sono Omberto; e non pur a me danno
[74] e un di lor, non questi che parlava,
[79] «Oh!», diss’ io lui, «non se’ tu Oderisi,
[85] Ben non sare’ io stato sì cortese
[89] e ancor non sarei qui, se non fosse
[93] se non è giunta da l’etati grosse!
[100] Non è il mondan romore altro ch’un fiato
[129] qua giù dimora e qua sù non ascende,
[130] se buona orazïon lui non aita,
[139] Più non dirò, e scuro so che parlo;

46. Purgatorio • Canto XII

[42] che poi non sentì pioggia né rugiada!
[46] O Roboàm, già non par che minacci
[68] non vide mei di me chi vide il vero,
[71] figliuoli d’Eva, e non chinate il volto
[75] che non stimava l’animo non sciolto,
[78] non è più tempo di gir sì sospeso.
[84] pensa che questo dì mai non raggiorna!».
[86] pur di non perder tempo, sì che ’n quella
[87] materia non potea parlarmi chiuso.
[117] che per lo pian non mi parea davanti.
[125] che non pur non fatica sentiranno,
[128] con cosa in capo non da lor saputa,
[129] se non che ’ cenni altrui sospecciar fanno;
[132] che non si può fornir per la veduta;

47. Purgatorio • Canto XIII

[6] se non che l’arco suo più tosto piega.
[7] Ombra non lì è né segno che si paia:
[20] s’altra ragione in contrario non ponta,
[26] non però visti, spiriti parlando
[29] ‘Vinum non habent’ altamente disse,
[31] E prima che del tutto non si udisse
[33] passò gridando, e anco non s’affisse.
[48] al color de la pietra non diversi.
[52] Non credo che per terra vada ancoi
[53] omo sì duro, che non fosse punto
[65] non pur per lo sonar de le parole,
[66] ma per la vista che non meno agogna.
[67] E come a li orbi non approda il sole,
[69] luce del ciel di sé largir non vole;
[72] si fa però che queto non dimora.
[74] veggendo altrui, non essendo veduto:
[77] e però non attese mia dimanda,
[109] Savia non fui, avvegna che Sapìa
[112] E perché tu non creda ch’io t’inganni,
[122] gridando a Dio: “Omai più non ti temo!”,
[125] de la mia vita; e ancor non sarebbe
[127] se ciò non fosse, ch’a memoria m’ebbe
[141] E io: «Costui ch’è meco e non fa motto.

48. Purgatorio • Canto XIV

[4] «Non so chi sia, ma so ch’e’ non è solo;
[15] quanto vuol cosa che non fu più mai».
[21] ché ’l nome mio ancor molto non suona».
[29] si sdebitò così: «Non so; ma degno
[47] ringhiosi più che non chiede lor possa,
[54] che non temono ingegno che le occùpi.
[66] ne lo stato primaio non si rinselva».
[78] nel fare a te ciò che tu far non vuo’mi.
[80] tanto sua grazia, non ti sarò scarso;
[91] E non pur lo suo sangue è fatto brullo,
[103] Non ti maravigliar s’io piango, Tosco,
[112] O Bretinoro, ché non fuggi via,
[114] e molta gente per non esser ria?
[115] Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia;
[119] lor sen girà; ma non però che puro
[122] è ’l nome tuo, da che più non s’aspetta
[141] in destro feci, e non innanzi, il passo.

49. Purgatorio • Canto XV

[12] e stupor m’eran le cose non conte;
[25] «Che è quel, dolce padre, a che non posso
[28] «Non ti maravigliar s’ancor t’abbaglia
[32] non ti fia grave, ma fieti diletto
[47] conosce il danno; e però non s’ammiri
[54] non vi sarebbe al petto quella tema;
[76] E se la mia ragion non ti disfama,
[117] io riconobbi i miei non falsi errori.
[120] disse: «Che hai che non ti puoi tenere,
[128] sovra la faccia, non mi sarian chiuse
[130] Ciò che vedesti fu perché non scuse
[133] Non dimandai “Che hai?” per quel che face
[134] chi guarda pur con l’occhio che non vede,

50. Purgatorio • Canto XVI

[4] non fece al viso mio sì grosso velo
[7] che l’occhio stare aperto non sofferse;
[11] per non smarrirsi e per non dar di cozzo
[15] pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo».
[35] rispuose; «e se veder fummo non lascia,
[43] non mi celar chi fosti anzi la morte,
[54] dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego.
[71] libero arbitrio, e non fora giustizia
[74] non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica,
[81] la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura.
[93] se guida o fren non torce suo amore.
[99] rugumar può, ma non ha l’unghie fesse;
[102] di quel si pasce, e più oltre non chiede.
[105] e non natura che ’n voi sia corrotta.
[112] però che, giunti, l’un l’altro non teme:
[113] se non mi credi, pon mente a la spiga,
[141] Dio sia con voi, ché più non vegno vosco.
[145] Così tornò, e più non volle udirmi.

51. Purgatorio • Canto XVII

[3] non altrimenti che per pelle talpe,
[14] talvolta sì di fuor, ch’om non s’accorge
[16] chi move te, se ’l senso non ti porge?
[23] dentro da sé, che di fuor non venìa
[37] Ancisa t’hai per non perder Lavina;
[51] che mai non posa, se non si raffronta.
[63] ché poi non si poria, se ’l dì non riede».
[76] Noi eravam dove più non saliva
[84] Se i piè si stanno, non stea tuo sermone».
[99] esser non può cagion di mal diletto;
[101] o con men che non dee corre nel bene,
[106] Or, perché mai non può da la salute
[109] e perché intender non si può diviso,
[133] Altro ben è che non fa l’uom felice;
[134] non è felicità, non è la buona

52. Purgatorio • Canto XVIII

[8] del timido voler che non s’apriva,
[32] ch’è moto spiritale, e mai non posa
[38] sempre esser buona, ma non ciascun segno
[44] e l’anima non va con altro piede,
[45] se dritta o torta va, non è suo merto».
[52] la qual sanza operar non è sentita,
[56] de le prime notizie, omo non sape,
[60] merto di lode o di biasmo non cape.
[103] «Ratto, ratto, che ’l tempo non si perda
[109] questi che vive, e certo i’ non vi bugio,
[116] che restar non potem; però perdona,
[127] Io non so se più disse o s’ei si tacque,
[136] E quella che l’affanno non sofferse
[140] quell’ ombre, che veder più non potiersi,

53. Purgatorio • Canto XIX

[1] Ne l’ora che non può ’l calor dïurno
[25] Ancor non era sua bocca richiusa,
[45] qual non si sente in questa mortal marca.
[57] sì ch’io non posso dal pensar partirmi».
[92] quel sanza ’l quale a Dio tornar non pòssi,
[109] Vidi che lì non s’acquetava il core,
[118] Sì come l’occhio nostro non s’aderse
[134] rispuose; «non errar: conservo sono
[139] Vattene omai: non vo’ che più t’arresti;
[144] non faccia lei per essempro malvagia;

54. Purgatorio • Canto XX

[3] trassi de l’acqua non sazia la spugna.
[37] Non fia sanza mercé la tua parola,
[40] Ed elli: «Io ti dirò, non per conforto
[62] al sangue mio non tolse la vergogna,
[63] poco valea, ma pur non facea male.
[70] Tempo vegg’ io, non molto dopo ancoi,
[76] Quindi non terra, ma peccato e onta
[84] che non si cura de la propria carne?
[122] dianzi non era io sol; ma qui da presso
[123] non alzava la voce altra persona».
[130] Certo non si scoteo sì forte Delo,
[135] dicendo: «Non dubbiar, mentr’ io ti guido».
[147] se la memoria mia in ciò non erra,

55. Purgatorio • Canto XXI

[1] La sete natural che mai non sazia
[2] se non con l’acqua onde la femminetta
[20] «se voi siete ombre che Dio sù non degni,
[26] non li avea tratta ancora la conocchia
[29] venendo sù, non potea venir sola,
[30] però ch’al nostro modo non adocchia.
[40] Quei cominciò: «Cosa non è che sanza
[45] esser ci puote, e non d’altro, cagione.
[46] Per che non pioggia, non grando, non neve,
[47] non rugiada, non brina più sù cade
[49] nuvole spesse non paion né rade,
[52] secco vapor non surge più avante
[57] non so come, qua sù non tremò mai.
[64] Prima vuol ben, ma non lascia il talento
[75] non saprei dir quant’ el mi fece prode.
[87] «famoso assai, ma non con fede ancora.
[99] sanz’ essa non fermai peso di dramma.
[102] più che non deggio al mio uscir di bando».
[105] ma non può tutto la virtù che vuole;
[118] dal mio maestro, e «Non aver paura»,
[128] lasciala per non vera, ed esser credi
[132] non far, ché tu se’ ombra e ombra vedi».

56. Purgatorio • Canto XXII

[17] più strinse mai di non vista persona,
[37] E se non fosse ch’io drizzai mia cura,
[40] ‘Per che non reggi tu, o sacra fame
[59] non par che ti facesse ancor fedele
[60] la fede, sanza qual ben far non basta.
[68] che porta il lume dietro e sé non giova,
[84] sanza mio lagrimar non fur lor pianti;
[135] cred’ io, perché persona sù non vada.

57. Purgatorio • Canto XXIII

[7] Io volsi ’l viso, e ’l passo non men tosto,
[17] giugnendo per cammin gente non nota,
[18] che si volgono ad essa e non restanno,
[25] Non credo che così a buccia strema
[36] e quel d’un’acqua, non sappiendo como?
[38] per la cagione ancor non manifesta
[43] Mai non l’avrei riconosciuto al viso;
[49] «Deh, non contendere a l’asciutta scabbia
[54] non rimaner che tu non mi favelle!».
[56] mi dà di pianger mo non minor doglia»,
[59] non mi far dir mentr’ io mi maraviglio,
[70] E non pur una volta, questo spazzo
[78] cinqu’ anni non son vòlti infino a qui.
[99] cui non sarà quest’ ora molto antica,
[109] ché, se l’antiveder qui non m’inganna,
[112] Deh, frate, or fa che più non mi ti celi!
[113] vedi che non pur io, ma questa gente

58. Purgatorio • Canto XXIV

[9] che non farebbe, per altrui cagione.
[14] non so qual fosse più, trïunfa lieta
[16] Sì disse prima; e poi: «Qui non si vieta
[27] sì ch’io però non vidi un atto bruno.
[33] e sì fu tal, che non si sentì sazio.
[37] El mormorava; e non so che «Gentucca»
[43] «Femmina è nata, e non porta ancor benda»,
[60] che de le nostre certo non avvenne;
[62] non vede più da l’uno a l’altro stilo»;
[76] «Non so», rispuos’ io lui, «quant’ io mi viva;
[77] ma già non fïa il tornar mio tantosto,
[78] ch’io non sia col voler prima a la riva;
[84] inver’ la valle ove mai non si scolpa.
[88] Non hanno molto a volger quelle ruote»,
[90] ciò che ’l mio dir più dichiarar non puote.
[104] d’un altro pomo, e non molto lontani
[107] e gridar non so che verso le fronde,
[109] che pregano, e ’l pregato non risponde,
[118] Sì tra le frasche non so chi diceva;
[137] e già mai non si videro in fornace
[153] nel petto lor troppo disir non fuma,

59. Purgatorio • Canto XXV

[1] Ora era onde ’l salir non volea storpio;
[4] per che, come fa l’uom che non s’affigge
[11] per voglia di volare, e non s’attenta
[16] Non lasciò, per l’andar che fosse ratto,
[21] là dove l’uopo di nodrir non tocca?».
[24] non fora», disse, «a te questo sì agro;
[33] discolpi me non potert’ io far nego».
[37] Sangue perfetto, che poi non si beve
[62] non vedi tu ancor: quest’ è tal punto,
[66] perché da lui non vide organo assunto.
[79] Quando Làchesis non ha più del lino,
[123] che di volger mi fé caler non meno;
[128] gridavano alto: ‘Virum non cognosco’;

60. Purgatorio • Canto XXVI

[12] a dir: «Colui non par corpo fittizio»;
[15] di non uscir dove non fosser arsi.
[16] «O tu che vai, non per esser più tardo,
[23] al sol, pur come tu non fossi ancora
[26] già manifesto, s’io non fossi atteso
[55] non son rimase acerbe né mature
[58] Quinci sù vo per non esser più cieco;
[67] Non altrimenti stupido si turba
[76] La gente che non vien con noi, offese
[83] ma perché non servammo umana legge,
[90] tempo non è di dire, e non saprei.
[96] tal mi fec’ io, ma non a tanto insurgo,
[132] dove poter peccar non è più nostro».

61. Purgatorio • Canto XXVII

[10] Poscia «Più non si va, se pria non morde,
[12] e al cantar di là non siate sorde»,
[21] qui può esser tormento, ma non morte.
[27] non ti potrebbe far d’un capel calvo.
[62] non v’arrestate, ma studiate il passo,
[63] mentre che l’occidente non si annera».
[84] guardando perché fiera non lo sperga;
[104] ma mia suora Rachel mai non si smaga
[119] parole usò; e mai non furo strenne
[129] dov’ io per me più oltre non discerno.
[139] Non aspettar mio dir più né mio cenno;
[141] e fallo fora non fare a suo senno:

62. Purgatorio • Canto XXVIII

[9] non di più colpo che soave vento;
[13] non però dal loro esser dritto sparte
[24] non potea rivedere ond’ io mi ’ntrassi;
[33] raggiar non lascia sole ivi né luna.
[56] fioretti verso me, non altrimenti
[64] Non credo che splendesse tanto lume
[73] più odio da Leandro non sofferse
[75] che quel da me perch’ allor non s’aperse.
[100] a l’uomo non facesse alcuna guerra,
[105] se non li è rotto il cerchio d’alcun canto,
[115] Non parrebbe di là poi maraviglia,
[120] e frutto ha in sé che di là non si schianta.
[121] L’acqua che vedi non surge di vena
[131] Eünoè si chiama, e non adopra
[132] se quinci e quindi pria non è gustato:
[135] la sete tua perch’ io più non ti scuopra,

63. Purgatorio • Canto XXIX

[10] Non eran cento tra ’ suoi passi e ’ miei,
[27] non sofferse di star sotto alcun velo;
[48] non perdea per distanza alcun suo atto,
[57] con vista carca di stupor non meno.
[63] e ciò che vien di retro a lor non guardi?».
[66] e tal candor di qua già mai non fuci.
[97] A descriver lor forme più non spargo
[99] tanto ch’a questa non posso esser largo;
[112] Tanto salivan che non eran viste;
[115] Non che Roma di carro così bello
[147] dintorno al capo non facëan brolo,

64. Purgatorio • Canto XXX

[36] non era di stupor, tremando, affranto,
[47] di sangue m’è rimaso che non tremi:
[54] che, lagrimando, non tornasser atre.
[56] non pianger anco, non piangere ancora;
[69] non la lasciasse parer manifesta,
[75] non sapei tu che qui è l’uom felice?».
[84] ma oltre ‘pedes meos’ non passaro.
[104] sì che notte né sonno a voi non fura
[109] Non pur per ovra de le rote magne,
[114] che nostre viste là non van vicine,
[119] si fa ’l terren col mal seme e non cólto,
[130] e volse i passi suoi per via non vera,

65. Purgatorio • Canto XXXI

[12] in te non sono ancor da l’acqua offense».
[24] di là dal qual non è a che s’aspiri,
[38] ciò che confessi, non fora men nota
[49] Mai non t’appresentò natura o arte
[57] di retro a me che non era più tale.
[58] Non ti dovea gravar le penne in giuso,
[73] ch’io non levai al suo comando il mento;
[99] che nol so rimembrar, non ch’io lo scriva.
[115] Disser: «Fa che le viste non risparmi;
[121] Come in lo specchio il sol, non altrimenti
[142] che non paresse aver la mente ingombra,

66. Purgatorio • Canto XXXII

[5] di non caler—così lo santo riso
[43] «Beato se’, grifon, che non discindi
[61] Io non lo ’ntesi, né qui non si canta
[92] non so, però che già ne li occhi m’era
[109] Non scese mai con sì veloce moto
[114] non che d’i fiori e de le foglie nove;
[147] simile mostro visto ancor non fue.
[151] e come perché non li fosse tolta,

67. Purgatorio • Canto XXXIII

[10] ‘Modicum, et non videbitis me;
[16] Così sen giva; e non credo che fosse
[23] dissemi: «Frate, perché non t’attenti
[27] che non traggon la voce viva ai denti,
[33] sì che non parli più com’ om che sogna.
[35] fu e non è; ma chi n’ha colpa, creda
[36] che vendetta di Dio non teme suppe.
[37] Non sarà tutto tempo sanza reda
[56] di non celar qual hai vista la pianta
[64] Dorme lo ’ngegno tuo, se non estima
[67] E se stati non fossero acqua d’Elsa
[76] voglio anco, e se non scritto, almen dipinto,
[80] che la figura impressa non trasmuta,
[91] Ond’ io rispuosi lei: «Non mi ricorda
[94] «E se tu ricordar non te ne puoi»,
[123] che l’acqua di Letè non gliel nascose».
[130] Come anima gentil, che non fa scusa,
[138] lo dolce ber che mai non m’avria sazio;
[141] non mi lascia più ir lo fren de l’arte.

68. Paradiso • Canto I

[9] che dietro la memoria non può ire.
[48] aguglia sì non li s’affisse unquanco.
[55] Molto è licito là, che qui non lece
[71] non si poria; però l’essemplo basti
[81] lago non fece alcun tanto disteso.
[84] mai non sentito di cotanto acume.
[89] col falso imaginar, sì che non vedi
[91] Tu non se’ in terra, sì come tu credi;
[93] non corse come tu ch’ad esso riedi».
[127] Vero è che, come forma non s’accorda
[136] Non dei più ammirar, se bene stimo,
[137] lo tuo salir, se non come d’un rivo

69. Paradiso • Canto II

[5] non vi mettete in pelago, ché forse,
[7] L’acqua ch’io prendo già mai non si corse;
[12] vivesi qui ma non sen vien satollo,
[17] non s’ammiraron come voi farete,
[27] cui non potea mia cura essere ascosa,
[37] S’io era corpo, e qui non si concepe
[44] non dimostrato, ma fia per sé noto
[54] dove chiave di senso non diserra,
[55] certo non ti dovrien punger li strali
[82] Questo non è: però è da vedere
[85] S’elli è che questo raro non trapassi,
[87] lo suo contrario più passar non lassi;
[103] Ben che nel quanto tanto non si stenda
[146] par differente, non da denso e raro;

70. Paradiso • Canto III

[9] che di mia confession non mi sovvenne.
[12] non sì profonde che i fondi sien persi,
[15] non vien men forte a le nostre pupille;
[25] «Non ti maravigliar perch’ io sorrida»,
[27] poi sopra ’l vero ancor lo piè non fida,
[33] da sé non lascia lor torcer li piedi».
[39] che, non gustata, non s’intende mai,
[43] «La nostra carità non serra porte
[44] a giusta voglia, se non come quella
[48] non mi ti celerà l’esser più bella,
[59] vostri risplende non so che divino
[61] però non fui a rimembrar festino;
[72] sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta.
[76] che vedrai non capere in questi giri,
[90] del sommo ben d’un modo non vi piove.
[96] onde non trasse infino a co la spuola.
[117] non fu dal vel del cor già mai disciolta.
[129] sì che da prima il viso non sofferse;

71. Paradiso • Canto IV

[7] per che, s’i’ mi tacea, me non riprendo,
[18] sé stessa lega sì che fuor non spira.
[30] che prender vuoli, io dico, non Maria,
[31] non hanno in altro cielo i loro scanni
[37] Qui si mostraro, non perché sortita
[50] non è simile a ciò che qui si vede,
[56] che la voce non suona, ed esser puote
[57] con intenzion da non esser derisa.
[66] non ti poria menar da me altrove.
[69] di fede e non d’eretica nequizia.
[75] non fuor quest’ alme per essa scusate:
[76] ché volontà, se non vuol, non s’ammorza,
[93] non usciresti: pria saresti lasso.
[95] ch’alma beata non poria mentire,
[102] si fé di quel che far non si convenne;
[105] per non perder pietà si fé spietato.
[108] sì che scusar non si posson l’offense.
[109] Voglia assoluta non consente al danno;
[121] non è l’affezion mia tanto profonda,
[124] Io veggio ben che già mai non si sazia
[125] nostro intelletto, se ’l ver non lo illustra
[129] se non, ciascun disio sarebbe frustra.
[138] ch’a la vostra statera non sien parvi».

72. Paradiso • Canto V

[4] non ti maravigliar, ché ciò procede
[11] non è se non di quella alcun vestigio,
[17] e sì com’ uom che suo parlar non spezza,
[41] e fermalvi entro; ché non fa scïenza,
[46] Quest’ ultima già mai non si cancella
[47] se non servata; e intorno di lei
[53] puote ben esser tal, che non si falla
[55] Ma non trasmuti carco a la sua spalla
[60] come ’l quattro nel sei non è raccolta.
[63] sodisfar non si può con altra spesa.
[64] Non prendan li mortali il voto a ciancia;
[65] siate fedeli, e a ciò far non bieci,
[74] non siate come penna ad ogne vento,
[75] e non crediate ch’ogne acqua vi lavi.
[80] uomini siate, e non pecore matte,
[81] sì che ’l Giudeo di voi tra voi non rida!
[82] Non fate com’ agnel che lascia il latte
[110] non procedesse, come tu avresti
[127] ma non so chi tu se’, né perché aggi,

73. Paradiso • Canto VI

[14] una natura in Cristo esser, non piùe,
[106] e non l’abbatta esto Carlo novello
[110] per la colpa del padre, e non si creda
[120] perché non li vedem minor né maggi.
[122] in noi l’affetto sì, che non si puote
[131] non hanno riso; e però mal cammina

74. Paradiso • Canto VII

[25] Per non soffrire a la virtù che vole
[26] freno a suo prode, quell’ uom che non nacque,
[49] Non ti dee oramai parer più forte,
[60] ne la fiamma d’amor non è adulto.
[68] non ha poi fine, perché non si move
[71] libero è tutto, perché non soggiace
[82] e in sua dignità mai non rivene,
[83] se non rïempie, dove colpa vòta,
[97] Non potea l’uomo ne’ termini suoi
[98] mai sodisfar, per non potere ir giuso
[120] non fosse umilïato ad incarnarsi.

75. Paradiso • Canto VIII

[4] per che non pur a lei faceano onore
[13] Io non m’accorsi del salire in ella;
[22] Di fredda nube non disceser venti,
[24] che non paressero impediti e lenti
[30] di rïudir non fui sanza disiro.
[39] non fia men dolce un poco di quïete».
[51] molto sarà di mal, che non sarebbe.
[70] non per Tifeo ma per nascente solfo,
[74] li popoli suggetti, non avesse
[78] già fuggeria, perché non li offendesse;
[81] carcata più d’incarco non si pogna.
[84] che non curasse di mettere in arca».
[100] E non pur le nature provedute
[106] Se ciò non fosse, il ciel che tu cammine
[108] che non sarebbero arti, ma ruine;
[109] e ciò esser non può, se li ’ntelletti
[110] che muovon queste stelle non son manchi,
[111] e manco il primo, che non li ha perfetti.
[113] E io: «Non già; ché impossibil veggio
[116] per l’omo in terra, se non fosse cive?».
[117] «Sì», rispuos’ io; «e qui ragion non cheggio».
[118] «E puot’ elli esser, se giù non si vive
[120] Non, se ’l maestro vostro ben vi scrive».
[129] ma non distingue l’un da l’altro ostello.
[135] se non vincesse il proveder divino.

76. Paradiso • Canto IX

[5] sì ch’io non posso dir se non che pianto
[28] si leva un colle, e non surge molt’ alto,
[35] la cagion di mia sorte, e non mi noia;
[43] E ciò non pensa la turba presente
[54] sì, che per simil non s’entrò in malta.
[79] perché non satisface a’ miei disii?
[80] Già non attendere’ io tua dimanda,
[97] ché più non arse la figlia di Belo,
[103] Non però qui si pente, ma si ride,
[104] non de la colpa, ch’a mente non torna,
[137] non vanno i lor pensieri a Nazarette,

77. Paradiso • Canto X

[5] con tant’ ordine fé, ch’esser non puote
[12] tanto che mai da lei l’occhio non parte.
[16] Che se la strada lor non fosse torta,
[35] non m’accors’ io, se non com’ uom s’accorge,
[39] che l’atto suo per tempo non si sporge.
[42] non per color, ma per lume parvente!
[47] a tanta altezza, non è maraviglia;
[48] ché sopra ’l sol non fu occhio ch’andasse.
[55] Cor di mortal non fu mai sì digesto
[61] Non le dispiacque; ma sì se ne rise,
[72] tanto che non si posson trar del regno;
[74] chi non s’impenna sì che là sù voli,
[79] donne mi parver, non da ballo sciolte,
[89] per la tua sete, in libertà non fora
[90] se non com’ acqua ch’al mar non si cala.
[96] u’ ben s’impingua se non si vaneggia.
[114] a veder tanto non surse il secondo.
[147] e in dolcezza ch’esser non pò nota
[148] se non colà dove gioir s’insempra.

78. Paradiso • Canto XI

[26] e là u’ dissi: “Non nacque il secondo”;
[53] non dica Ascesi, ché direbbe corto,
[55] Non era ancor molto lontan da l’orto,
[73] Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,
[104] troppo la gente e per non stare indarno,
[117] e al suo corpo non volle altra bara.
[125] è fatto ghiotto, sì ch’esser non puote
[126] che per diversi salti non si spanda;
[133] Or, se le mie parole non son fioche,
[139] “U’ ben s’impingua, se non si vaneggia”».

79. Paradiso • Canto XII

[4] e nel suo giro tutta non si volse
[18] del mondo che già mai più non s’allaga:
[42] per sola grazia, non per esser degna;
[49] non molto lungi al percuoter de l’onde
[82] Non per lo mondo, per cui mo s’affanna
[89] più a’ poveri giusti, non per lei,
[91] non dispensare o due o tre per sei,
[92] non la fortuna di prima vacante,
[93] non decimas, quae sunt pauperum Dei,
[124] ma non fia da Casal né d’Acquasparta,

80. Paradiso • Canto XIII

[9] sì ch’al volger del temo non vien meno;
[25] Lì si cantò non Bacco, non Peana,
[47] quando narrai che non ebbe ’l secondo
[52] Ciò che non more e ciò che può morire
[53] non è se non splendor di quella idea
[56] dal suo lucente, che non si disuna
[63] che più non fa che brevi contingenze;
[68] non sta d’un modo; e però sotto ’l segno
[86] che l’umana natura mai non fue
[88] Or s’i’ non procedesse avanti piùe,
[91] Ma perché paia ben ciò che non pare,
[94] Non ho parlato sì, che tu non posse
[97] non per sapere il numero in che enno
[100] non si est dare primum motum esse,
[102] trïangol sì ch’un retto non avesse.
[114] e al sì e al no che tu non vedi:
[122] perché non torna tal qual e’ si move,
[123] chi pesca per lo vero e non ha l’arte.
[126] li quali andaro e non sapëan dove;
[130] Non sien le genti, ancor, troppo sicure
[139] Non creda donna Berta e ser Martino,

81. Paradiso • Canto XIV

[18] esser porà ch’al veder non vi nòi».
[26] per viver colà sù, non vide quive
[30] non circunscritto, e tutto circunscrive,
[64] forse non pur per lor, ma per le mamme,
[72] sì che la vista pare e non par vera,
[81] si vuol lasciar che non seguir la mente.
[91] E non er’ anco del mio petto essausto
[105] sì ch’io non so trovare essempro degno;
[120] a tal da cui la nota non è intesa,
[126] come a colui che non intende e ode.
[128] che ’nfino a lì non fu alcuna cosa
[135] e ch’io non m’era lì rivolto a quelli,
[138] ché ’l piacer santo non è qui dischiuso,

82. Paradiso • Canto XV

[11] chi, per amor di cosa che non duri
[17] se non che da la parte ond’ e’ s’accende
[39] ch’io non lo ’ntesi, sì parlò profondo;
[51] du’ non si muta mai bianco né bruno,
[59] più gaudïoso a te, non mi domandi,
[83] disagguaglianza, e però non ringrazio
[84] se non col core a la paterna festa.
[100] Non avea catenella, non corona,
[101] non gonne contigiate, non cintura
[103] Non faceva, nascendo, ancor paura
[105] non fuggien quinci e quindi la misura.
[106] Non avea case di famiglia vòte;
[107] non v’era giunto ancor Sardanapalo
[109] Non era vinto ancora Montemalo

83. Paradiso • Canto XVI

[4] mirabil cosa non mi sarà mai:
[5] ché là dove appetito non si torce,
[8] sì che, se non s’appon di dì in die,
[21] perché può sostener che non si spezza.
[33] ma non con questa moderna favella,
[59] non fosse stata a Cesare noverca,
[77] non ti parrà nova cosa né forte,
[85] per che non dee parer mirabil cosa
[119] sì che non piacque ad Ubertin Donato
[150] che non avea cagione onde piangesse.
[153] non era ad asta mai posto a ritroso,

84. Paradiso • Canto XVII

[10] non perché nostra conoscenza cresca
[15] non capere in trïangol due ottusi,
[38] de la vostra matera non si stende,
[40] necessità però quindi non prende
[41] se non come dal viso in che si specchia
[66] ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.
[79] Non se ne son le genti ancora accorte
[84] in non curar d’argento né d’affanni.
[87] non ne potran tener le lingue mute.
[97] Non vo’ però ch’a’ tuoi vicini invidie,
[111] io non perdessi li altri per miei carmi.
[135] e ciò non fa d’onor poco argomento.
[139] che l’animo di quel ch’ode, non posa
[142] né per altro argomento che non paia».

85. Paradiso • Canto XVIII

[10] non perch’ io pur del mio parlar diffidi,
[11] ma per la mente che non può redire
[12] sovra sé tanto, s’altri non la guidi.
[21] ché non pur ne’ miei occhi è paradiso».
[30] e frutta sempre e mai non perde foglia,
[109] Quei che dipinge lì, non ha chi ’l guidi;
[136] ch’io non conosco il pescator né Polo».

86. Paradiso • Canto XIX

[8] non portò voce mai, né scrisse incostro,
[15] che non si lascia vincere a disio;
[18] commendan lei, ma non seguon la storia».
[27] non trovandoli in terra cibo alcuno.
[30] che ’l vostro non l’apprende con velame.
[43] non poté suo valor sì fare impresso
[45] non rimanesse in infinito eccesso.
[48] per non aspettar lume, cadde acerbo;
[51] che non ha fine e sé con sé misura.
[55] non pò da sua natura esser possente
[64] Lume non è, se non vien dal sereno
[65] che non si turba mai; anzi è tenèbra
[71] de l’Indo, e quivi non è chi ragioni
[76] Muore non battezzato e sanza fede:
[78] ov’ è la colpa sua, se ei non crede?”.
[83] se la Scrittura sovra voi non fosse,
[87] da sé, ch’è sommo ben, mai non si mosse.
[98] son le mie note a te, che non le ’ntendi,
[104] non salì mai chi non credette ’n Cristo,
[108] a lui, che tal che non conosce Cristo;
[123] sì che non può soffrir dentro a sua meta.
[126] che mai valor non conobbe né volle.
[142] Oh beata Ungheria, se non si lascia
[148] che dal fianco de l’altre non si scosta».

87. Paradiso • Canto XX

[47] non seguir Cristo, per l’esperïenza
[53] non si trasmuta, quando degno preco
[59] dal suo bene operar non li è nocivo,
[71] veder non può de la divina grazia,
[72] ben che sua vista non discerna il fondo».
[81] tempo aspettar tacendo non patio,
[87] per non tenermi in ammirar sospeso:
[89] perch’ io le dico, ma non vedi come;
[93] veder non può se altri non la prome.
[97] non a guisa che l’omo a l’om sobranza,
[103] D’i corpi suoi non uscir, come credi,
[106] Ché l’una de lo ’nferno, u’ non si riede
[120] non pinse l’occhio infino a la prima onda,
[124] ond’ ei credette in quella, e non sofferse
[132] che la prima cagion non veggion tota!
[135] non conosciamo ancor tutti li eletti;

88. Paradiso • Canto XXI

[4] E quella non ridea; ma «S’io ridessi»,
[10] se non si temperasse, tanto splende,
[48] contra ’l disio, fo ben ch’io non dimando’.
[53] non mi fa degno de la tua risposta;
[62] rispuose a me; «onde qui non si canta
[63] per quel che Bëatrice non ha riso.
[93] a la dimanda tua non satisfara,
[98] questo rapporta, sì che non presumma
[102] quel che non pote perché ’l ciel l’assumma».
[107] e non molto distanti a la tua patria,
[141] che non potrebbe qui assomigliarsi;

89. Paradiso • Canto XXII

[7] mi disse: «Non sai tu che tu se’ in cielo?
[8] e non sai tu che ’l cielo è tutto santo,
[16] La spada di qua sù non taglia in fretta
[26] la punta del disio, e non s’attenta
[34] Ma perché tu, aspettando, non tarde
[67] perché non è in loco e non s’impola;
[79] Ma grave usura tanto non si tolle
[84] non di parenti né d’altro più brutto.
[86] che giù non basta buon cominciamento
[109] tu non avresti in tanto tratto e messo

90. Paradiso • Canto XXIII

[33] nel viso mio, che non la sostenea.
[41] per dilatarsi sì che non vi cape,
[45] e che si fesse rimembrar non sape.
[53] di tanto grato, che mai non si stingue
[59] non si verria, cantando il santo riso
[67] non è pareggio da picciola barca
[71] che tu non ti rivolgi al bel giardino
[87] a li occhi lì che non t’eran possenti.
[117] là dov’ io era, ancor non appariva:
[118] però non ebber li occhi miei potenza
[129] che mai da me non si partì ’l diletto.

91. Paradiso • Canto XXIV

[25] Però salta la penna e non lo scrivo:
[27] non che ’l parlare, è troppo color vivo.
[41] non t’è occulto, perché ’l viso hai quivi
[46] Sì come il baccialier s’arma e non parla
[48] per approvarla, non per terminarla,
[65] e argomento de le non parventi;
[81] non lì avria loco ingegno di sofista».
[102] non scalda ferro mai né batte incude».
[105] che vuol provarsi, non altri, il ti giura».
[108] è tal, che li altri non sono il centesmo:
[132] non moto, con amore e con disio;
[133] e a tal creder non ho io pur prove

92. Paradiso • Canto XXV

[53] non ha con più speranza, com’ è scritto
[58] Li altri due punti, che non per sapere
[61] a lui lasc’ io, ché non li saran forti
[105] a la novizia, non per alcun fallo,
[120] che, per veder, non vedente diventa;
[123] per veder cosa che qui non ha loco?
[138] per non poter veder, benché io fossi

93. Paradiso • Canto XXVI

[9] la vista in te smarrita e non defunta:
[33] altro non è ch’un lume di suo raggio,
[52] Non fu latente la santa intenzione
[75] fin che la stimativa non soccorre;
[96] e per udirti tosto non la dico».
[115] Or, figluol mio, non il gustar del legno

94. Paradiso • Canto XXVII

[20] non ti maravigliar, ché, dicend’ io,
[39] che la sembianza non si mutò piùe:
[40] «Non fu la sposa di Cristo allevata
[46] Non fu nostra intenzion ch’a destra mano
[66] e non asconder quel ch’io non ascondo».
[101] sì uniforme son, ch’i’ non so dire
[109] e questo cielo non ha altro dove
[115] Non è suo moto per altro distinto,
[139] Tu, perché non ti facci maraviglia,
[140] pensa che ’n terra non è chi governi;

95. Paradiso • Canto XXVIII

[56] e l’essemplare non vanno d’un modo,
[58] «Se li tuoi diti non sono a tal nodo
[59] sufficïenti, non è maraviglia:
[60] tanto, per non tentare, è fatto sodo!».
[74] la tua misura, non a la parvenza
[89] non altrimenti ferro disfavilla
[111] non in quel ch’ama, che poscia seconda;
[117] che notturno Arïete non dispoglia,
[137] mortale in terra, non voglio ch’ammiri:

96. Paradiso • Canto XXIX

[10] Poi cominciò: «Io dico, e non dimando,
[13] Non per aver a sé di bene acquisto,
[14] ch’esser non può, ma perché suo splendore
[23] usciro ad esser che non avia fallo,
[27] a l’esser tutto non è intervallo,
[36] tal vime, che già mai non si divima.
[44] che non concederebbe che ’ motori
[54] che mai da circüir non si diparte.
[64] e non voglio che dubbi, ma sia certo,
[77] de la faccia di Dio, non volser viso
[79] però non hanno vedere interciso
[80] da novo obietto, e però non bisogna
[82] sì che là giù, non dormendo, si sogna,
[83] credendo e non credendo dicer vero;
[85] Voi non andate giù per un sentiero
[91] Non vi si pensa quanto sangue costa
[99] per che ’l lume del sol giù non si porse;
[103] Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi
[106] sì che le pecorelle, che non sanno,
[108] e non le scusa non veder lo danno.
[109] Non disse Cristo al suo primo convento:
[117] gonfia il cappuccio e più non si richiede.
[131] in numero, che mai non fu loquela

97. Paradiso • Canto XXX

[10] Non altrimenti il trïunfo che lude
[20] non pur di là da noi, ma certo io credo
[30] non m’è il seguire al mio cantar preciso;
[55] Non fur più tosto dentro a me venute
[60] che li occhi miei non si fosser difesi;
[79] Non che da sé sian queste cose acerbe;
[81] che non hai viste ancor tanto superbe».
[82] Non è fantin che sì sùbito rua
[93] la sembianza non süa in che disparve,
[119] non si smarriva, ma tutto prendeva
[144] non anderà con lui per un cammino.

98. Paradiso • Canto XXXI

[42] libito non udire e starmi muto.
[74] occhio mortale alcun tanto non dista,
[78] non discendëa a me per mezzo mista.
[105] che per l’antica fame non sen sazia,
[113] cominciò elli, «non ti sarà noto,
[137] quanta ad imaginar, non ardirei

99. Paradiso • Canto XXXII

[53] casüal punto non puote aver sito,
[54] se non come tristizia o sete o fame:
[59] a vera vita non è sine causa
[92] di tanta ammirazion non mi sospese,
[135] che non move occhio per cantare osanna;
[150] sì che dal dicer mio lo cor non parti».

100. Paradiso • Canto XXXIII

[6] non disdegnò di farsi sua fattura.
[14] che qual vuol grazia e a te non ricorre,
[16] La tua benignità non pur soccorre
[28] E io, che mai per mio veder non arsi
[30] ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
[44] nel qual non si dee creder che s’invii
[60] rimane, e l’altro a la mente non riede,
[109] Non perché più ch’un semplice sembiante
[123] è tanto, che non basta a dicer ‘poco’.
[134] per misurar lo cerchio, e non ritrova,
[139] ma non eran da ciò le proprie penne:
[140] se non che la mia mente fu percossa
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